La redazione dell’Agenzia Agi accresce le sue preoccupazioni dopo aver visto la puntata di Report (Rai 3) del 26 giugno. E torna a chiedere all’attuale proprietà, l’Eni, di non vendere a editori non affidabili sul piano dell’occupazione e dell’indipendenza.

In una lunga inchiesta di Luca Bertazzoni sul deputato Antonio Angelucci (“Il portantino editore”) ci sono alcuni dialoghi fra il giornalista e Angelucci.

State comprando Agi?, chiede Bertazzoni ad Angelucci.

“Questo lo dite voi”.

Ma che ci fate?

“Qualora fosse ci divertiamo”.

E più avanti: Avete Il Tempo, Libero, Il giornale…

“E La Verità”, dice Angelucci.

Ah, pure. Ma perché?

“E’ una passione. Poi può darsi che ci stufiamo, li mettiamo insieme e li vendiamo”.

Da molti mesi Angelucci, proprietario di gran parte delle case di cura del Lazio, sta trattando con l’Eni l’acquisto di Agi e da molti mesi la redazione si oppone. Il Comitato di redazione dell’Agi sottolinea che “non c’e’ nulla di divertente” nella vertenza che da 6 mesi vede i giornalisti dell’agenzia opporsi al tentativo di acquisizione messo in atto dal gruppo imprenditoriale che fa capo ad Angelucci. Un parlamentare dovrebbe sapere che l’informazione primaria è per sua natura imparziale e pluralista, e non esiste Paese in Europa dove una agenzia di stampa sia di proprietà di un gruppo editoriale riconducibile ad un esponente politico”.

Le affermazioni rilasciate dall’onorevole Angelucci alla trasmissione Report, in cui ironizza sulla possibile cessione dei quotidiani di cui è già editore -scrive il Cdr- “avvalorano e aggravano le nostre preoccupazioni sulla stabilità occupazionale e sulle prospettive future qualora l’Agi diventasse di sua proprietà. L’informazione è una cosa seria, non è una merce di scambio né un bene volatile”.

Si rinnova quindi “l’appello al nostro editore, capace per decenni di garantirci pluralismo ed autonomia, a declinare offerte provenienti da editori che al contrario non appaiono in grado di offrire rassicurazioni sulla stabilità occupazionale e l’indipendenza. Finora l’unico effetto di questa offerta è stato quello di suscitare molti dubbi – a partire da autorevoli testate internazionali – sull’opportunità di questa operazione”.

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