Retroscena dello sciopero di due giorni proclamato dalla redazione de la Repubblica. Come è stato raccontato nel corso della drammatica assemblea di martedì 24 settembre.

C’è qualcosa di molto rilevante dietro una decisione così clamorosa, gli scioperi hanno tolto copertura alla manifestazione “Italian Tech Week”, sulla quale c’è un grande investimento di Exor che controlla Gedi, che edita Repubblica, tutte facenti capo a John Elkann, ultimo rappresentante della famiglia Agnelli. Exor produce “Italian Tech” attraverso la sua società Vento, che sostiene start up ed è guidata da una giovane di 31 anni, Dyiala D’Aveni.

attenzione agli sponsor

“Italian Tech Week” è programmata a Torino per le giornate del 25, 26 e 27 settembre. Una settimana circa prima dell’evento a sette giornalisti del settore Economia de la Repubblica arriva una lettera, firmata da una dirigente di Exor. Nella lettera si spiega cosa succederà nei tre giorni, i dibattiti, i pezzi per la presentazione nell’inserto di 112 pagine che uscirà con il quotidiano del 25. Con una frase finale che suona così: “Ricordate che a comandare sono gli sponsor”.

I rappresentanti sindacali chiedono di incontrare Azienda e Direzione, Corrado Corradi e Alessandro Bianco da una parte, Maurizio Molinari e Carlo Bonini dall’altra. Cadono dalle nubi, dicono che si tratta di “cosa gravissima”, che sarà avviata un’istruttoria.

dimissioni respinte

Risultati dell’istruttoria in breve tempo: il Direttore comunica che la lettera Exor è stata autorizzata dal Vicedirettore con delega all’Economia Walter Galbiati. E che Galbiati ha presentato le dimissioni. Molinari però le ha respinte.

Il Cdr contesta il respingimento delle dimissioni, che appare non conseguente alla “cosa gravissima”. Passano tre giorni e il Direttore non prende decisioni drastiche, all’insegna del “tutti possono sbagliare”. L’Azienda però fa sapere di aver aperto un provvedimento disciplinare nei confronti di Galbiati, il quale nel frattempo “si autosospende”, senza che sia ben chiarito cosa questo comporti.

colpo di scena

A questo punto c’è un nuovo colpo di scena. I rappresentanti dei giornalisti entrano in possesso di un file che allinea i pezzi programmati per l’inserto di 112 pagine con la specifica della categoria (intervista, ritratto, racconto, scheda) e accanto la cifra che l’azienda interessata verserà. Nello stesso file si afferma che Exor avrà la supervisione su tutti i contenuti dell’inserto.

La decisione è di sottoporre tutto all’assemblea. Che a larga maggioranza vota lo sciopero.

Un altro aspetto della vicenda è questo: “Italian Tech Week” nelle ultime tre edizioni è stato organizzato da Riccardo Luna, il giornalista che dirige l’hub Italian Tech del Gruppo Gedi e l’hub Green and Blue. A gennaio Luna ha saputo che questa edizione 2024 non sarebbe stata affidata a lui. Il ruolo principale nella scelta dei protagonisti sarebbe spettato a Dyiala D’Aveni di Vento. Una decisione per effettuare il controllo sulle start up da invitare e mettere in evidenza, privilegiando quelle su cui Exor investe.

fondo di luna

Luna firma il fondo dell’inserto uscito il 25 settembre, scrivendo alla fine: “Auguro a voi che andrete a Torino di ispirarvi e divertirvi come è stato in passato”.

L’altro retroscena riguarda la proprietà, John Elkann e i suoi uomini: fuoco e fiamme contro la redazione che ha messo in cattiva luce il gioiello “Italian Tech”, gli ha tolto visibilità e in parte credibilità. Il 25 a dispetto dello sciopero l’evento è stato trasmesso in streaming sul sito di Repubblica.

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