Solo il 4 per cento del giornalismo è dedicato alle guerre, ai conflitti, ai drammi che accadono all’estero. Questo il dato più eclatante che emerge della relazione annuale dell’osservatorio di Pavia. Lo studio, realizzato da Fnsi, Usigrai, Cospe Onlus, con il patrocinio dell’Agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo, è stato illustrato all’Università di Bologna.
Su dieci notizie di esteri, 7 riguardano i paesi Europei (5) e nordamericani (2), segue l’Asia, e poi il Medio Oriente, più marginali Africa e Centro-Sud America con 5 notizie a testa su 100.
Viceversa le notizie di politica (33%), cronaca (29%) e tutte le ‘soft news’ (17%) occupano, insieme, otto notizie su dieci degli spazi degli esteri. Secondo il rapporto guerre, tensioni e conflitti costituiscono la penultima voce (4%), dato più basso in sette anni di rilevamenti. Ed è l’Africa, nel 2018, il continente con la minor visibilità sui media italiani. Nel 2018 solo 440 servizi hanno riguardato il continente africano, contro i 1.152 servizi di due anni fa.
Al dibattito, fra esperti e studenti universitari hanno partecipato Anna Meli, giornalista responsabile del Cospe e Mattia Motta, vicesegretario della Fnsi che ha sottolineato come “la copertura dei servizi sui guerre e conflitti sia effettuata sempre più spesso da giornalisti free lance”.