Mentre i quotidiani stentano a risollevarsi dal crollo delle vendite degli ultimi anni, l’informazione televisiva mostra una sostanziale stabilità. Il piccolo schermo attrae sempre un gran numero di italiani, che continuano a utilizzarlo per informarsi, anche se le tecniche e le modalità dei notiziari restano quelle tradizionali e non compaiono particolari innovazioni, pur con alcune differenze fra i canali e le testate.
I picchi di ascolto si registrano durante le crisi politiche o in occasione di disastri naturali, alluvioni, terremoti. Insomma quando arrivano i guai. L’interpretazione dei fatti è lasciata (salvo eccezioni) ad altre trasmissioni, spesso inquadrate nelle reti anziché nelle testate.
Il Tg1, guidato da Giuseppe Carboni, ha ancora la sua massima punta di ascolto alle ore 20. Da notare che la sigla parte però, dai 4 ai 6 minuti prima, tradendo gli ascoltatori più puntuali, come se l’anticipo fosse il modo per bruciare la concorrenza, anziché la prova dell’incapacità di rispettare e offrire con precisione il segnale orario. Il notiziario della ammiraglia Rai mantiene l’antico equilibrio politico, dedica non molto spazio ai fatti esteri ed è sembrato invece accentuare l’attenzione sulle questioni dell’ambiente. Ondeggia attualmente fra i 4 e i 5 milioni di ascoltatori.
Il Tg3 (Paterniti) e il Tg 2 (Sangiuliano) si battono fra loro in attesa che l’azienda decida di andare oltre la riforma del 1975, che portò alla frantumazione del monopolio e alla concorrenza fra le tre reti, che oggi ha meno ragione di proseguire, considerato oltretutto che Rai news 24 attende il potenziamento più volte annunciato.
Il Tg5 (direttore Mimun). La portaerei Mediaset, appare sempre all’inseguimento e talvolta capace di insidiare la rivale Rai. Si concentra molto sulla cronaca ed ha fatto un balzo in avanti quando ha cominciato a godere del traino di “Caduta libera”, il gioco condotto da Jerry Scotti.
Il Tg “La7” (Mentana) mantiene una sua diversità, sia nell’impostazione personalizzata, sia nel modo di affrontare l’attualità politica, che ha seguito con particolare impegno durante i mesi che hanno portato alla nascita prima del governo gialloverde e poi di quello giallorosso.
Il Tg4 (Ragusa) è apparso in pericolosa discesa, ma la rifondazione complessiva del canale gli ha poi giovato e ha fatto un sostanzioso passo in avanti.
Per un rapido raffronto abbiamo preso solo i telegiornali delle testate maggiori: tg1 ore 20.00, tg5 ore 20:00, tg2 ore 20:30, tg3 ore 19:00, Tg La7 ore 20:00, tg4 ore 19:00.
Il test è stato effettuato (fonte Auditel) esaminando gli ascolti di questi mesi: ottobre 2019, settembre 2019, aprile 2016.
Professione Reporter
(nella foto: Giuseppe Carboni, Gennaro Sangiuliano, Giuseppina Paterniti)