Errore clamoroso, scatenamento di insulti e risa sul web. Correzione e scuse.

E’ successo questo, la mattina del 16 aprile, ai margini della morte dello scrittore Luis Sepulveda. Il giornale online di Mediaset TGcom 24 ha scritto che a lasciare la Terra era stato l’autore di “Cent’anni di solitudine”, capolavoro, invece, di Gabriel Garcia Marquez. Marquez è morto, peraltro, nel 2014, un giorno dopo Sepulveda, il 17 aprile.

La notizia ha cominciato a fare il giro di tutte le chat, i siti, i blog. Questo ha sicuramente aiutato la redazione di Tgcom 24 a correggere al volo. Avrebbero potuto anche andare avanti così, il web è scritto sull’acqua, un errore del genere sulla carta sarebbe rimasto negli archivi nei secoli dei secoli.

Ma il direttore Andrea Pucci e la sua redazione hanno scelto di scusarsi, abitudine molto più comune nei media anglosassoni che in quelli italiani. E hanno lasciato le scuse tutto il giorno online. Ecco il testo:

“Cari lettori,
come sanno tutti quelli che vivono del proprio lavoro, capitano anche gli errori. Per chi fa questo mestiere gli errori sono dietro ogni angolo: un refuso, un’informazione sbagliata, una notizia riportata male, una verifica non andata a buon fine.
Questa mattina Tgcom24.it ha fatto un errore grave: nel pubblicare la notizia della morte di Luis Sepúlveda, gli ha associato il romanzo “Cent’anni di solitudine”. E’ stato ovviamente un lapsus, un involontario corto circuito mentale dovuto alla fretta e che è stato velocemente corretto. Ma sempre di errore grave si tratta. 

Proprio per questo non appena sistemato il titolo in questione, abbiamo prontamente pubblicato le nostre più sentite scuse nei confronti dei lettori, che sono il nostro patrimonio più importante e il cui affetto è testimoniato ogni giorno dai numeri che il sito produce. Noi siamo nati sul web e conosciamo benissimo il tritacarne in cui ci siamo infilati. Ci siamo subito scusati, cosa che non si vede molto spesso nel nostro mondo, anche in casi più gravi dove ad andarci di mezzo magari è la vita delle persone e non l’attribuzione errata di un libro.

Ci siamo scusati e lo abbiamo fatto con chiarezza e umiltà, perché ci teniamo al dialogo rispettoso con chi segue giornalmente. Più di questo non possiamo fare: speriamo che chi ci segue accetti le scuse e sappiamo che per chi non ci ama non serviranno a nulla. Però, una cosa la possiamo fare: garantire che cercheremo di essere ancora più attenti in futuro”.

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