Metro non deve morire. Con questo slogan i 14 redattori del giornale gratuito che ha edizioni in tutto il mondo hanno denunciato la situazione del loro giornale: “Care lettrici e cari lettori, nell’estate del 2000, esattamente vent’anni fa, iniziò l’avventura di Metro, il primo quotidiano gratuito in Italia. Ora questa piccola grande creazione giornalistico-editoriale è chiamata ad affrontare un passo oscuro e doloroso. L’editore Mario Farina ha sospeso le pubblicazioni del giornale durante il periodo dell’epidemia Covid-19 e ritenuto che i giornalisti non dovessero lavorare nemmeno sul sito, per ‘mancanza di ricavi’. Dopo una lunga ed estenuante trattativa, la redazione – da anni è già gravata dal ricorso agli ammortizzatori sociali – è stata messa in cassa integrazione. A poche ore dalla conclusione della trattativa, è arrivata la comunicazione di aver ceduto ‘l’intera partecipazione sociale’ ad un altro proprietario di cui si sa solo che non ha nulla a che fare con il mondo dei quotidiani. Non sono noti le intenzioni e i progetti; nemmeno se abbia stabilità e forza necessarie a garantire la prosecuzione di una storia importante quale è quella di Metro. Torna alla mente il precedente di DNews, un altro quotidiano gratuito sempre di proprietà dell’editore Mario Farina, ceduto a un soggetto che si rivelò inadeguato e lo portò ad una veloce chiusura. Mario Farina diventò editore di Metro nel 2009: da allora, nonostante tagli sempre più pesanti all’organico e alle risorse, i giornalisti della redazione si sono sempre sforzati di garantire un prodotto originale e di valore. Continuano a non arrendersi. E a esplorare soluzioni che possano dare le garanzie che questo giornale si merita”.
L’editore Farina ha precisato a Prima comunicazione di aver accettato la proposta di acquisto di Paola Garagozzo, imprenditrice e giornalista, non essendo in grado in questo momento “di dare al giornale una possibilità concreta di crescita” e dovendosi concentrare sul suo core business che è l’attività tipografica.
Farina si dice anche favorevole ad accogliere e ad agevolare la proposta del cdr di costituire una cooperativa per fare una controfferta.