“Anche Montanelli con la sua Lettera 22 e Hemingway con i suoi scritti dal fronte di guerra, facevano lo smart working” ha detto Raffaele Lorusso al Consiglio nazionale della Fnsi. I giornalisti lo hanno sempre utilizzato il lavoro “flessibile”, non in redazione, ma se “se qualcuno intende utilizzarlo – ha affermato il segretario del sindacato – per stare a casa in pantofole, beh è meglio che cambi mestiere”. Le regole del lavoro devono essere discusse e concordate. “La Fieg, che è andata dal Governo con il cappello in mano per chiedere 400 milioni a fondo perduto, da molti mesi è scomparsa come interlocutore”. Nel corso del Consiglio nazionale, che ha approvato il bilancio della Federazione, Lorusso ha ringraziato la struttura sindacale: durante i mesi del blocco imposto dal Covid, è rimasta sempre in funzione, garantendo assistenza ai propri iscritti. Ha poi affermato che il sindacato, come è accaduto con i collaboratori del Messaggero e di alcune redazioni emiliane, deve ora portare avanti il confronto con le imprese sul lavoro di quelle migliaia di colleghi che lavorano all’esterno delle redazioni, ma che vengono sfruttati dalle aziende. “Anche da qui, nei prossimi mesi – ha detto Lorusso – dovrà partire il rilancio del nostro giornalismo”.

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