Se confrontiamo i dati di vendita di giugno 2020 (carta più digitale) con il giugno 2019 l’unico quotidiano che va benissimo è il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio: più 43,4 per cento (quasi 61 mila copie giornaliere). Il segno positivo ce l’hanno soltanto altre due testate, il Giornale di Alessandro Sallusti, più 4,3 e il Sole 24 ore, più 0,1. Tutti gli altri perdono, ma Il Messaggero è sotto per il 21,3 e qui si tratta dell’ultimo mese della lunga direzione di Virman Cusenza.
La Stampa al secondo mese della direzione di Massimo Giannini perde il 17,3 per cento (aveva perso a maggio, su maggio 2019, il 15,2), la Repubblica al secondo mese della direzione di Maurizio Molinari perde il 13,9 per cento (a maggio aveva perso, sullo stesso mese del 2019, l’8,6). Le due direzioni del Gruppo Gedi di John Elkann, dunque, hanno innovato i loro prodotti, ma il pubblico non le ha per ora premiate. Anzi.
Anche il Corriere della Sera va sotto, ma solo del 2,8 per cento, peggiorando tuttavia il dato di maggio su maggio 2019 che era meno 1,4.
L’elaborazione di questi dati è di Primaonline. Se confrontiamo giugno 2020 con maggio 2020 notiamo innanzitutto, grazie alla ripresa del calcio giocato la rinascita degli sportivi: Gazzetta più 22,3, Corriere dello Sport più 31. L’unico giornale non sportivo che cresce è il Giornale di Sallusti con più 6,6; già a maggio 2020 su aprile 2020 aveva registrato più 6.
Tutti gli altri perdono. In particolare, va sotto un bel po’ la Repubblica di Molinari, meno 8,2 per cento. Perde il Corriere, meno 5,9. Perde la Stampa, meno 3,8. Perde il Sole, meno 3,6.
Se infine prendiamo in considerazione solo le copie in edicola, giugno 2020 su giugno 2019, sportivi a parte, perde più di tutti il Messaggero, meno 25,3, seguito dalla Stampa, meno 22,2, da Repubblica, meno 17,6 e dal Corsera, meno 11,1.
(nella foto Alessandro Sallusti, direttore del Giornale)