Informazione@futuro invita le altre componenti dei giornalisti a mettere da parte le polemiche e affrontare i problemi gravissimi della categoria.
Informazione@futuro è il gruppo che fa capo a Lazzaro Pappagallo, segretario di Stampa Romana, e che aveva creato con Controcorrente la lista Contrordine, vincitrice delle elezioni all’Ordine tre anni fa. Poi c’è stata una frattura e ora i due gruppi camminano separati. Un’altra frattura, successivamente, si è consumata fra Controcorrente e il presidente Verna, designato da Contrordine. L’ultimo contrasto, feroce, è quello sulla data del voto per il rinnovo dei Consigli nazionale e regionali dell’Ordine. Diciotto presidenti regionali su venti si sono espressi per rispettare la data stabilita a giugno del 4 e 11 ottobre. Lombardia e Piemonte, a causa dell’emergenza Covid, hanno chiesto un rinvio, che Verna dopo varie vicissitudini, ha accordato per il 15 e 22 novembre.
“Dedichiamo le nostre energie -scrive Informazione@futuro- al confronto sulla riforma della legge professionale, alla quale siamo chiamati per far fronte alla drammatica situazione dell’informazione nel nostro Paese. Il voto per l’Ordine è importante, ma per confrontarsi su contenuti precisi. Per accogliervi le figure della rivoluzione digitale, definendone tutele e obblighi deontologici. C’è il nuovo con cui misurarci, ma anche quello che da tempo è drammaticamente noto. Quindi fare i conti con precarietà, disoccupazione e sfruttamento. Con un lavoro giornalistico sempre più esterno alle redazioni a cui dare tutele e dignità. Esercitare un’azione robusta di contrasto all’esercizio abusivo della professione, ma anche aprire le porte ai giovani. Garantire un sostegno concreto a tutti i cronisti minacciati o che si vedono intimoriti dalle querele temerarie o dalla minaccia del carcere. Sarebbe ancora più stringente un richiamo forte, costante e coerente dell’Ordine a tutela della solidarietà dentro le redazioni, chiamando alla loro responsabilità i direttori che devono impegnarsi contro l’utilizzo del lavoro nero, sottopagato o abusivo. Sarebbe utile -conclude il testo- dar conto con sincerità oltre che dei buoni risultati raggiunti anche degli insuccessi, delle eventuali difficoltà incontrate o dei limiti normativi da superare insieme. Ci siamo impegnati per una riforma vera dell’Ordine. Lo vorremmo luogo di confronto e sperimentazione, di tutela della professionalità e della dignità di tutti e soprattutto del diritto-dovere alla buona informazione”.