Ogni giorno, almeno due firme di donne in prima pagina. E’ la decisione che da qualche tempo ha preso la direzione della Stampa di Torino, direttore Massimo Giannini, vicedirettori Paolo Griseri, Andrea Malaguti, Marco Zatterin.
Esempi. Lunedì 21 settembre, ultimo giorno di elezioni Flavia Perina raccontava “Gli indifferenti sconfitti ai seggi. E Michela Marzano “L’oblio, l’amore e l’Alzheimer”, nella giornata mondiale di questa malattia. Giovedì 24 settembre Francesca Paci scrive “La storia di Nasrin l’attivista iraniana che dà la vita per i dissidenti” e Caterina Soffiici, dopo la lite con bianca Berlinguer a “Cartabianca” parla di “Mauro Corona la gallina di oggi e l’odio di domani”. Qualche giorno, naturalmente, le firme di donne possono essere tre o sei e qualche giorno una soltanto, ma l’equilibrio è garantito con una certa cura.
Quote rosa in prima pagina? Un contentino in redazioni sempre, in maggioranza, guidate da uomini? Il vicedirettore Malaguti spiega: “Nessuna quota rosa. Abbiamo pensato che ogni giorno in prima pagina e nel giornale dobbiamo avere punti di vista femminili”. Sguardi diversi da quelli degli uomini. La direzione della Stampa ha anche offerto una vicedirezione a una giornalista interna di prestigio, che non ha però accettato per questioni personali. Una delle prime decisioni di Giannini, alla Stampa dal 24 aprile, è stata la nomina al vertice della redazione romana di tre donne, Francesca Schianchi, capo, Francesca Paci e Maria Rosa Tomasello vice. Poco tempo era stata deciso il trasferimento di sei redattrici e due uomini da Roma a Torino. Provvedimento mai diventato esecutivo.
(nella foto, Francesca Paci)