Massimo Caputi, 59 anni, romano, volto noto della tv, da sette anni capo dello Sport del Messaggero, è stato licenziato “per giusta causa”.

Un colpo a sorpresa, che a via del Tritone non era nell’aria. E’ arrivato nel pomeriggio del 30 ottobre, senza spiegazioni ufficiali. Caputi non ha voluto parlare con il comitato di redazione del quotidiano, dicendo di “dover prima risolvere dei problemi personali”. La dizione “giusta causa” riguarda di solito comportamenti che il datore di lavoro ritiene gravi.

Il direttore Massimo Martinelli ha nominato capo dello Sport ad interim Romolo Buffoni, uno dei tre vice di Caputi.

E’ stata una sorpresa anche nel 2013 quando Caputi fu nominato capo dello Sport del Messaggero. Lo Sport assieme alla Cronaca di Roma è sempre stato uno dei punti di forza del principale giornale romano. Caputi era un personaggio televisivo, ma non aveva mai lavorato nella carta stampata. In quel momento era direttore della Comunicazione degli Internazionali di tennis. Fu Azzurra Caltagirone, figlia del proprietario Francesco Gaetano e oggi amministratrice delegata, a fare il suo nome a Virman Cusenza, direttore da un anno.

Ventiquattr’ore dopo la notizia Caputi ha scritto su Linkedin: “Non posso far finta di nulla: Il Messaggero mi ha licenziato ed è stato come un secchio di acqua gelata in faccia. Seguiranno approfondimenti. Nel frattempo sono un professionista libero, sereno e con la schiena dritta”.

Caputi, da capo dello Sport al Messaggero, ha continuato ad occuparsi di molte altre cose, come conduzione di trasmissioni tv e radio, presentazioni di libri e dirette Facebook per grandi imprese. Buona parte della redazione ha considerato che la sua presenza al giornale potesse essere più continua. Non erano cordiali i rapporti con il vicedirettore Alvaro Moretti, che viene da una lunga esperienza a Tuttosport e al Messaggero ha la delega su Sport e Spettacoli.

Nello scorso maggio, Caputi ha lanciato la App Cronista Digitale, dedicata ”a tutti i cronisti tele-radio-web che vorranno fare di questa passione la loro professione, oppure abbiano l’esigenza di ripensarsi all’interno dei new media“.

Si tratta di un corso digitale “per la formazione giornalistico-sportiva in tutte le sue forme, dal giornale alla televisione, dalla radio all’informazione web“. Come si prepara il commento alle partite, come si modula la voce, come si monta un servizio con gli highlights della gara: lezioni in podcast con la voce di Caputi.

“Con questo progetto voglio trasmettere la mia esperienza ai tele-radio-web cronisti di domani, con suggerimenti tratti dalla mia lunga carriera di giornalista sportivo –ha affermato Massimo Caputi – Ho iniziato negli anni ’80 con le telecronache raccogliendo informazioni sui calciatori da almanacchi e album delle figurine. In questi anni sono entrato a far parte anch’io di una dimensione di comunicazione digitale, nuova e in continuo mutamento, imparando ad utilizzare i social network e a gestire i rapporti con i membri della mia community composta da coloro che, come me, amano il calcio”.

La App rientra all’interno del progetto “Cronista Digitale”, ideato nel 2017 da Caputi e da Dmtc, agenzia di PR e Media Relations guidata da Marco Del Checcolo.

Caputi ha cominciato con le tv romane pioniere, come Teleregione e Gbr. Poi, Telemontecarlo (entrò in occasione dei Mondiali di calcio in Messico, 1986) e la Rai, dal 2001, dove ha condotto Quelli che il calcio e La Domenica Sportiva. Nel 2005 è inviato nella Repubblica Dominicana per la terza edizione dell’Isola dei famosi.

Professione Reporter

(nella foto, Massimo Caputi)

2 Commenti

  1. Devo un ringraziamento a Massimo Caputi per la pazienza di tutti questi 7 anni. Non amava tanto le storie, preferiva restare sull’attualità, per il sito, l’immediatezza, la scrittura lineare, pulita, non gli affresconi che piacciono a me, il raccontare il colore, tutto quanto è dietro un evento. Del resto sul cartaceo per questi tagli non c’era spazio e sono più da periodico o da sito specializzato del tal sport. E’ un professionista di grande esperienza, molto eclettico. Quei podcast, quei testi, sono splendidi. Grazie di tutto, caro Massimo, e un enorme in bocca al lupo. Sei stato, direi, il capo più longevo nella storia dello sport de Il Messaggero.

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