di ALBERTO FERRIGOLO

La Gazzetta del Mezzogiorno, la storica testata di Bari e della Puglia – 133 anni di vita – non è arrivata in edicola sabato 7 novembre a causa dello stato di agitazione indetto dai giornalisti, riuniti da due giorni in assemblea permanente. Non è la prima volta, ma ora il suo destino torna nuovamente a farsi preoccupante, dopo che lo scorso 19 giugno i redattori del giornale hanno dato vita ad una cooperativa che ha garantito gestione e continuità editoriale. Tuttavia lo scorso 4 novembre la situazione è tornata critica in seguito alla pubblicazione, da parte del Tribunale di Bari, dell’”avviso di procedura competitiva per l’affitto temporaneo del ramo d’azienda di Edisud”, vale a dire la società  editrice della Gazzetta del Mezzogiorno, dichiarata fallita a giugno e in esercizio provvisorio fino al prossimo 20 novembre.

L’avviso prevede la gestione della testata fino al 31 luglio 2021, data di scadenza del contratto d’uso della testata fra Edisud e Mediterranea (societa’  proprietaria del giornale, anche questa dichiarata fallita e attualmente in esercizio provvisorio). La durata dell’affitto è  prorogabile di sei mesi ma “cesserà  alla data dell’aggiudicazione definitiva della testata e dell’archivio”, come spiega il Comitato di redazione, in una nota pubblicata sull’edizione del 6 novembre. Pertanto il giornale, stabilisce il Tribunale, dovrà essere in edicola entro tre giorni dall’aggiudicazione e le offerte dovranno essere presentate entro il 18 e le buste saranno aperte dinanzi ai curatori fallimentari il 19 novembre.

sacrificio e responsabilità

“I giudici stanno per staccare la spina alla Gazzetta del Mezzogiorno – scrive il Cdr nel comunicato – perché l’azienda continua ad accumulare debiti” ed è “ovvio perché un’azienda di fatto priva di governance che si regge unicamente sul sacrificio e sul senso di responsabilità dei giornalisti e dei poligrafici impegnati quotidianamente nella confezione del giornale, non può andare lontano”.

Compito della società che si aggiudicherà  la gestione della “Gazzetta” è di salvaguardare, salvo pre-accordi sindacali, i 147 posti di lavoro (89 giornalisti e 58 poligrafici) delle cinque redazioni di Bari, Foggia, Potenza, Taranto e Lecce, e dovrà mantenere “l’identica impostazione grafica del quotidiano attualmente in pubblicazione”, oltre a rubriche, inserti ed edizioni locali per garantire una tiratura di almeno diecimila copie giornaliere.

Dunque la decisione dei curatori fallimentari della Edisud spa “di dichiarare concluso l’esercizio provvisorio e di pubblicare un bando per l’affitto temporaneo della testata disgiunto dalla vendita della stessa, apre scenari di ulteriore incertezza”, spiega una nota della Fnsi, il sindacato dei giornalisti.

I giornalisti della Gazzetta del Mezzogiorno contestano il bando per l’affitto del ramo di impresa della Edisud, “che, ad un sommario esame, contiene non solo grossolani refusi e omissioni di documenti fondamentali, ma clausole che non garantiscono, anzi forse scoraggiano, la più ampia partecipazione dei soggetti che pure si sono dichiarati interessati a rilevare la testata”. “Un bando che andasse deserto – fanno notare – comporterebbe necessariamente la sospensione delle pubblicazioni con un impatto catastrofico sull’occupazione e soprattutto sul diritto d’informazione di pugliesi e lucani in un momento come il presente caratterizzato dall’emergenza Covid. L’esercizio provvisorio, peraltro, era proprio funzionale all’individuazione di un percorso che potesse dare continuita’  alla storia del quotidiano”. “La situazione – commenta il cdr – è un nodo giuridico complicatissimo anche per la scelta fatta a monte, all’atto della dichiarazione di fallimento, di dividere in due distinte procedure le sorti di Edisud Spa e di Mediterranea Spa, due diverse società, l’una partecipata dell’altra, in ogni caso saldate dall’unica regione sociale: editare la Gazzetta del -Mezzogiorno”.

forze sane del territorio

I giornalisti dello storico quotidiano si dicono “impegnati a dialogare  con tutte le forze sane del territorio per cambiare il finale di questa ‘cronaca di una morte annunciata’, pronti a intraprendere strade che viceversa altri sembrano essere intenzionati a non voler percorrere” e si dicono anche pronti a “provarci”. Fanno notare che “l’esercizio provvisorio era per altro funzionale proprio all’individuazione di un percorso che potesse dare continuità  alla storia del quotidiano: appare dunque davvero poco comprensibile – concludono – la scelta che ha portato alla pubblicazione del bando a 10 giorni lavorativi dalla cessazione dell’esercizio provvisorio”.

In un’editoriale pubblicato dal quotidiano, Federico Pirro, storico dell’Impresa e docente all’Università di Bari, si chiede se “non è proprio possibile costruire una cordata di medie e grandi imprese pugliesi dell’industria e della distribuzione impegnabile nel salvataggio della Gazzetta” e prospetta una soluzione: “Non si tratterebbe – scrive – di fare beneficienza, che pure sarebbe meritoria, ma di perseguire esclusivamente interessi aziendali perché basterebbe capitalizzare, anticipandoli, determinati importi in conto pubblicità per rafforzare anche come ‘soci sovventori’ la stessa cooperativa dei giornalisti che potrebbe partecipare alla procedura competitiva per l’affitto temporaneo del ramo d’azienda di Edisud, società editrice della testata”.

Ora bisogna vedere se l’appello verrà raccolto da qualcuno e se la Puglia imprenditoriale è davvero disposta a battere un colpo per il “dovere civico di salvare la Gazzetta”.

(nella foto, lo storico Federico Pirro)

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