Lettera di tre righe: “Gentili Signori, vi informiamo che dalla data del 1º gennaio 2021, Gedi Gruppo Editoriale S.p.A. cesserà la pubblicazione del periodico MicroMega . Cordiali saluti”. Firmato: Corrado Corradi, direttore generale della divisione stampa nazionale di Gedi. Destinatario, innanzitutto, il direttore di MicroMega Paolo Flores d’Arcais.
Flores d’Arcais in 24 ore ha assicurato: Micromega non morirà. Sul sito della rivista si legge: “Ai tanti amici di MicroMega, e ai giornalisti che mi stanno chiamando in queste ore, posso assicurare che MicroMega continuerà a vivere, e che con i redattori e i collaboratori stiamo già studiando le modalità per non interrompere la continuità della testata, anche se il numero in uscita il prossimo giovedì 17 dicembre, un almanacco di filosofia dedicato alla biopolitica, sarà l’ultimo edito da Gedi”.
Dal 1986 la rivista “per una sinistra illuminista” è un riferimento dell’universo progressista. La copertina del numero uscito a novembre è dedicata a un focus sui crimini coloniali dell’Italia in Africa, compiuti durante il periodo di occupazione di Eritrea, Somalia, Libia ed Etiopia.
Per citare solo alcuni dei collaboratori: Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Stefano Rodotà, Franco Cordero, Giovanni Ferrara, Margherita Hack, Dario Fo, Franca Rame, don Andrea Gallo.
La chiusura può essere letta come un ulteriore tappa del mutamento del gruppo, da Scalfari-Caracciolo-De Benedetti a John Elkann.