La Tipografia Vaticana si rinnova, con l’introduzione di una macchina tipografica digitale di nuova generazione e “green”. Un “autobus” lungo otto metri, largo 4,5 metri e alto oltre due metri e mezzo ridurrà al minimo i consumi e permetterà di stampare più facilmente prodotti a bassa tiratura, più specializzati e vicini ai lettori. Ne dà notizia Vatican News.
Fino ad ora si stampava in “off-set”, attraverso lastre che venivano gettate dopo un solo utilizzo. La stampa digitale ridurrà al minimo i prodotti di scarto. Si utilizzano degli inchiostri a base d’acqua che eliminano i solventi chimici che prima dovevano essere smaltiti in grandi quantità. I consumi sono inferiori, il costo di produzione si abbassa di tantissimo e così l’impatto sull’ambiente.
Il principio della stampa digitale è lo stesso di quello tradizionale -si tratta sempre di un oggetto che passa attraverso dei rulli caldi che imprimono l’inchiostro- ma adesso l’intero processo è automatizzato, basta un solo operatore per gestire l’intera macchina.
La macchina utilizza uno speciale inchiostro magnetico che, con la polarizzazione, assume l’immagine elaborata dal computer e la trasferisce su carta o su gli altri materiali supportati, come tela, plastica o metallo. “L’immagine in negativo quindi -spiega Francesco Masci, a capo della Direzione tecnologica del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede- non è più uno sviluppo sulla lastra, ma è questo rullo magnetico che distribuisce l’inchiostro a seconda dell’immagine da trasferire”. Oltre ai classici colori si possono mettere dei liquidi particolari per finiture speciali. “Si può riprodurre anche l’oro, in un modo che non ha la stessa resa della tecnica a ‘foglia d’oro’, ma ci si avvicina molto”.
La stampa digitalizzata permette inoltre di venire incontro alle esigenze del mercato editoriale contemporaneo, favorendo piccoli numeri di progetti editoriali più specializzati o “on demand”, a richiesta del consumatore. Queste macchine riescono a produrre anche una sola copia di un libro, evitando di fare scorte e di produrre copie in eccesso.
Fu Papa Pio IV a istituire nel 1561 la prima tipografia ufficiale a Roma, chiamando da Venezia Paolo Manuzio, figlio del grande umanista ed editore, Aldo. La tipografia, che due anni dopo passò al comune della città e divenne “del popolo romano”, pubblicò i testi nati dal Concilio di Trento.
La prima stamperia propriamente “Vaticana”, risale invece al 1587 e fu istituita nei Palazzi vaticani da Sisto V. Dopo secoli di scarsa attività, la tipografia tornò a nuova vita tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento, con l’introduzione della stampa a caldo e la costruzione, nel 1908, dell’edificio dove oggi è ospitata. L’anno dopo la Stamperia si fonde con la storica Tipografica Poliglotta, fondata da Urbano VIII nel 1626 per la pubblicazione del materiale necessario per le missioni di Propagande Fide. Nasce così la Tipografia Poliglotta Vaticana, che nel 1937 venne affidata, insieme alla direzione dell’Osservatore Romano, alla Società salesiana di Don Bosco. Negli anni 80 arriva il computer, mentre risale al 1991 la fusione con la tipografa del quotidiano della Santa Sede, fino all’accorpamento nel Dicastero per la Comunicazione, guidato da Paolo Ruffini.
Oggi la Tipografia Vaticana realizza e confeziona tutti gli atti Pontifici e i documenti ufficiali dei vari Dicasteri e Uffici della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano, oltre alle attività di stampa dell’Osservatore Romano. A questo si affianca la produzione per la Libreria Editrice Vaticana, le varie Congregazioni, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, i libri d’arte per i Musei Vaticani e per la Biblioteca Apostolica Vaticana, oltre ad altro materiale come i libretti per la Messa. A rendere unica l’attività della Tipografia Vaticana è poi anche la sezione della legatoria artigianale, che lavora principalmente per la prefettura della Casa pontificia e per il Papa. Pergamene, stampa a foglia d’oro, bolle, libri. Oggetti di pregio unici, destinati spesso allo stesso Pontefice o donati ai capi di Stato invitati in Vaticano.