Pierluigi Battista lascia il Corriere della Sera. Lo ha annunciato il 17 gennaio, sulla sua pagina Facebook, sotto la foto di un bassotto: “Qui cane Enzo sta cercando le parole per dirci che si, dal 31 gennaio non scriverò più per il Corriere. Dopo 16 anni mi fa un po’ impressione e mi spiace, però non sparisco eh, il mondo è grande e vario. Qualcosa si chiude, qualcosa si apre”.

Scriverà sul digitale, per il Gruppo Gedi, dal 15 febbraio terrà una rubrica fissa (online dalle 7,30 del mattino, dal lunedì al venerdì) su Huffington Post diretto da Mattia Feltri. Più cultura che politica, prenderà spunto da libri, film, tv, musica per raccontare la realtà. Titolo: “Uscita di sicurezza”.

Battista, di orientamento moderato, non ha gradito particolarmente l’arrivo al Corriere di Roberto Saviano, ma le sue trattative per l’uscita sono di vecchia data e l’accordo è stato trovato prima che Saviano arrivasse da Repubblica.

Battista, romano, 65 anni, ha lavorato a Mondoperaio, all’Espresso, alla casa editrice Laterza, a Epoca, a Storia Illustrata. Dal 1990 è alla Stampa come capo della redazione romana ed editorialista, nel 1996 è vicedirettore di Giuliano Ferrara a Panorama. L’anno seguente Ferrara lascia e Battista rientra alla Stampa.

Nel 2004 conduce il programma di approfondimento su Rai1 “Batti e ribatti”. Dal 2005 al 2009 è vicedirettore del Corriere della Sera, con delega per le pagine culturali, chiamato da Paolo Mieli, con il quale ha un lungo sodalizio professionale e personale. Nell’aprile 2009 torna a Roma come inviato editorialista del quotidiano di via Solferino.

Ha scritto molti saggi, fra i quali “La fine dell’innocenza. Utopia, totalitarismo e comunismo”, “Il partito degli intellettuali. Cultura e ideologie nell’Italia contemporanea”, “I conformisti. L’estinzione degli intellettuali d’Italia”, “Lettera a un amico antisionista”, “Mio padre era fascista”.

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