Giornalisti che (non) si amano. Sul serissimo tema dei vaccini (debbono i giornalisti farlo prima di altri?) si sono confrontati con durezza il presidente dell’Ordine Carlo Verna ed Enrico Mentana, direttore del Tg de La7. “Anima bella da salotto televisivo, il tuo è commento da casta che non viene spedita in assembramenti, se non in ospedali”, ha detto Verna rivolto a Mentana.
Su Facebook Mentana aveva scritto: “Mi vergogno mentre leggo che c’è chi ha chiesto di inserire i giornalisti tra le categorie con precedenza vaccinale. Ancora gran parte degli anziani deve ricevere la prima dose, il presidente della Repubblica ha atteso il suo turno settanta giorni, e noi dovremmo accodarci alla congrega dei salta file che raccontiamo e denunciamo ogni giorno? Un po’ di coerenza, un po’ di dignità. O altrimenti chiediamo scusa a Schettino”.
padre di famiglia
Chi aveva chiesto di inserire i giornalisti? Verna, il 23 febbraio, con una lettera al ministro della Salute, Roberto Speranza. Su “Fatti e misfatti” (Canale 5) Verna ha spiegato il senso della sua lettera: “Noi non siamo decisori. Quando si rappresenta la categoria si deve agire nei codici del buon padre di famiglia, che nel caso specifico sta nel diritto-dovere di rappresentare delle situazioni. E’ evidente che le situazioni non siano tutte uguali, è evidente che chi opera negli studi può usare certe precauzioni e diversa è la situazione di chi opera negli ospedali, come chi ha seguito ad esempio la crisi di governo con tanti giornalisti assembrati nel palazzo. Abbiamo solo il dovere di rappresentare le situazioni. Se si tengono in considerazione le categorie – ha proseguito – io ho il dovere di rappresentare i rischi a cui sono esposti i colleghi. Nessuno di quelli che sono obbligati a fare un lavoro dovrebbero essere messi nelle condizioni di rischiare. Io ho usata una formula molto sobria nella lettera al ministro Speranza, spiegando che sarebbe essenziale la collaborazione degli editori. Per il resto mi rimetto al decisore. Noi non siamo una casta, non possiamo esserlo soprattutto per come sono trattati i colleghi più esposti che spesso vengono pagati con un compenso iniquo”. Nella lettera a Speranza, Verna aveva fatto riferimento agli assembramenti di giornalisti nei giorni della crisi di governo e aveva scritto: “Nel rispetto di tutte le altre esigenze, ma plasticamente documentando con immagini quel che accade quotidianamente, chiediamo che sia valutato con attenzione il momento di quando tocchi a chi fa informazione, in particolar modo a chi svolge servizio esterno. Nessuno chiede privilegi, ma solo corrette valutazioni dopo aver prospettato situazioni di fatto. Crediamo anche che debbano collaborare, per individuare le situazioni maggiormente a rischio, gli editori che commissionano o utilizzano servizi realizzati in esterno a contatto con una pluralità di soggetti».
categorie più esposte
Replica di Mentana all’accusa di “anima bella”: “Annebbiato forse dalla paura, Verna mi deve aver scambiato per un’altra figura professionale. Sono a capo di una redazione impegnata a ogni ora di ogni giorno. Ho quotidianamente la responsabilità del lavoro in esterna, sul campo, di decine di giornalisti e delle troupe con cui svolgono il loro servizio. Posso quindi con piena coscienza e cognizione di causa ribadire che mi vergognerei di ogni giornalista che pensasse di passare avanti agli ultrasettantenni, alle persone fragili, e a tante categorie più esposte, dagli operatori della nettezza urbana a quelli dei supermercati, che però non hanno il megafono di ordini professionali”.
La questione sta facendo discutere animatamente, con toni anche violenti, la categoria. Il primo post di Mentana ha avuto oltre 50mila “mi piace” e tremila commenti. Salvatore Merlo sul Foglio ha attaccato Selvaggia Lucarelli (Tpi) e Libero gli è andato dietro, con volgare allusione. Da molte parti viene rilevato che non tutti i giornalisti sono “sul campo”. E che “sul campo” ci sono molti fotografi e videoperatori, che dispongono di minori tutele.
Nei giorni scorsi gli Ordini della Campania e della Sicilia hanno dichiarato di aver ottenuto dalle loro Regioni corsie preferenziali per i vaccini. Il presidente della Regione Campania ha poi chiarito che varranno solo criteri d’età. In Puglia, invece il Consiglio regionale dell’Ordine ha comunicato contro i “furbetti del vaccino”: “Valuteremo se dentro le voci che si vanno diffondendo esistono profili deontologici da censurare e non esiteremo a segnalare abusi alle autorità competenti, a cominciare dal Consiglio di disciplina territoriale. Le furbizie non sono ammesse e non fanno il bene della nostra professione. Proprio per questo, e in conseguenza delle tante richieste che arrivano dai giornalisti in prima linea, l’Ordine si è attivato per chiedere un incontro con le autorità sanitarie. Solo in quella sede potremo verificare se esiste la possibilità di avviare alcuni di noi, particolarmente esposti, alla vaccinazione anticipata”.
(nella foto, Giuseppe Conte circondato, durante l’ultima crisi di governo)
Ricordo con struggente nostalgia l’Italia che solo un anno fa cantava e suonava come un sol uomo dai balconi e nonostante avvertissi un retrogusto di “la solita italietta”, provai a momenti un forte senso di appartenenza e di condivisione con tutti i miei fratelli di Italia.
Ma è durato poco perché quel retrogusto amaro è riaffiorano provocandomi insieme alla delusione anche la frustrazione per essermi percepita come un’adolescente illusa e tradita.
Tradita dalla solita Italia delle corporazioni che sgomita per aggiudicarsi una posizione di privilegio sul fronte vaccinale.
La guerra per i vaccini ha azzerato quel sussulto che assomigliava un po’ ad una sorta di orgoglio patriottico.
Ma… Ma… Mi scusi Direttore Mentana…. Schettino che c’entra in questo squallido contesto?
A mio avviso solo ad aggiungere un’ ulteriore dolorosa pagina di misera italietta.
Errata corrige:
A mio avviso solo a ricordarci un’ ulteriore dolorosa pagina di misera cronaca italiana.