Andrea Scanzi perde seguaci nel mese di marzo. L’ipotesi più probabile è che sia colpa della polemica sulla sua vaccinazione precoce.
Resta in ogni caso di gran lunga il giornalista più seguito sui social, come accade ormai da 11 mesi. Lo scrive Claudio Cazzola su primaonline.it
A marzo Scanzi totalizza 7,1 milioni di interazioni, contro gli 8,8 milioni di febbraio. Il secondo in classifica è Lorenzo Tosa, ex 5 Stelle, direttore di nextQuotidiano, ben distanziato con 2,8 milioni di interazioni. Terzo Enrico Mentana, direttore del Tg La7, con due milioni di interazioni. Quarto il giornalista sportivo Gianluca Di marzio, esperto di calcio-mercato, con 1,8 interazioni.
Scanzi, firma del Fatto Quotidiano si è fatto vaccinare in Toscana il 19 marzo e ha dichiarato di essersi messo in lista d’attesa come “caregiver” per gli anziani genitori, in modo da usufruire di una dose rimasta inutilizzata. Il suo annuncio ha suscitato molte critiche, anche perché la Toscana era in grave ritardo nella vaccinazione delle persone più anziane.
Scanzi resta sempre in testa anche nella classifica dei Best Performing Post: nove su dieci sono infatti suoi. In testa con 188mila interazioni è un suo post su Facebook del 13 marzo, intitolato “Disonestà intellettuale a pacchi”, in cui mette a confronto le misure contro la pandemia adottate da Conte e da Draghi, i loro risultati e l’atteggiamento dei media nei loro confronti: tutti contrari a Conte e “zerbini” nei confronti di Draghi. Dello stesso tenore anche il secondo post (165mila interazioni): “Conte era un dittatore perché chiudeva le scuole, le palestre, i teatri e i ristoranti; Draghi fa le stesse cose e va tutto bene”. Concetto ribadito anche nel terzo (143mila interazioni): “Se l’avesse fatto Conte, lo avrebbero crocifisso”.