Dopo molti tuoni, è spuntata una luce a via Lugaro 15, Torino, sede della Stampa.

Mercoledì 19 maggio il Direttore Massimo Giannini e il Comitato di redazione si sono seduti, l’uno di fronte agli altri, si sono parlati e hanno messo da parte le parole grosse delle settimane precedenti. Hanno affrontato i numerosi problemi sul tappeto, dalla nuova organizzazione del lavoro varata da Giannini ai carichi sempre più pesanti anche in vista dei prossimi prepensionamenti, agli spostamenti dal Gruppo Gedi alla Stampa e viceversa.

“Giudizi grossolani”

Decisione finale: Direttore e Cdr si incontreranno tutte le settimane, per proseguire l’esame dei problemi e cercare soluzioni assieme. Un bel passo avanti, visto che i membri del Cdr rimproveravano al Direttore di averli incontrati una sola volta dal loro insediamento, avvenuto il 1° marzo, di non comunicare le nuove iniziative e le variazioni di funzioni, insomma di violare ripetutamente il Contratto nazionale di lavoro. E Giannini rimproverava il Cdr di visione “dispotica”, di tranciare “giudizi grossolani”. “Facevo sindacato molto prima di voi”, aveva ricordato

Dopo un lungo e articolato scambio d’accuse per iscritto, il Cdr, in assemblea il 3 maggio, aveva comunque rinnovato a Giannini “l’invito a fissare quanto prima una data, per affrontare i problemi rimasti aperti e soprattutto le sfide ed i nuovi impegni che ci attendono”.

Alla fine, la data è stata fissata e il dialogo è ripreso. Nell’interesse di tutte le parti.

novantuno per cento

Dopo l’arrivo, il 25 aprile 2020, Giannini aveva ottenuto un altissimo voto di gradimento, 91 per cento di sì. Nei mesi successivi i rapporti sindacali si erano andati guastando. il nuovo Cdr aveva scritto di una redazione “sempre più stanca, demotivata, fiaccata dai tagli stipendiali e sostanzialmente inascoltata dalla direzione”. Nell’agosto 2020, a causa di “tremendi” dati di vendita, il precedente Cdr aveva scritto a Direttore e vertici aziendali che “la nave affonda sempre di più” e domandava se “una qualche strategia per non morire sulla tolda con la mano sul cuore sia allo studio, in qualche parte del mondo”. 

Giannini fa un giornale più connotato a sinistra rispetto alla Repubblica di Molinari e anche più attento alla politica italiana. Sui casi della Super Lega e sulla crisi della Juve La Stampa è stata molto critica. Giannini ha deciso di mettere ogni giorno in prima pagina almeno le firme di due donne, ha nominato tre donne ai vertici della redazione romana. Il punto dolente sono le copie. A marzo 2021 ha perso l’8,9 per cento rispetto a marzo 2020. Nei mesi precedenti le perdite, rispetto allo stesso mese del 2020, erano state sempre in doppia cifra. In assoluto le copie vendute (carta più digitale) a marzo 2021 sono 110.465 al giorno.

Professione Reporter

(nella foto, Massimo Giannini)

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