La Commissione incaricata di decidere come risanare i conti dell’Inpgi non parla più dell’ipotesi di inserire i “comunicatori“ nell’Ente. Ma esamina la possibilità di inglobare invece grafici e poligrafici.
Che subito protestano per non essere stati neanche consultati. Proprio come avevano fatto resistenza i “comunicatori”. Acquista consistenza la strada dell’assorbimento dell’Ente di previdenza dei giornalisti nell’Inps. Con conseguenze di difficile previsione.
Martedì 14 settembre si è tenuto il primo incontro della Commissione tecnica istituita presso il Dipartimento dell’editoria, che dovrà decidere, entro il 20 ottobre, il destino dell’Inpgi. E’ stata una riunione di insediamento, ma ora il tempo utile è ridotto ad appena un mese. La prossima riunione è prevista per martedì 21 settembre.
due anni di strategia
La novità più clamorosa emersa finora è la scomparsa dei comunicatori. Sull’idea di spostare i comunicatori dall’Inps all’Inpgi era basata l’intera strategia portata avanti da due anni dalla maggioranza che gestisce l’Inpgi. Le numerose associazioni dei comunicatori si erano espresse in gran parte in modo negativo: perché lasciare la sicurezza statale dell’Inps per approdare nell’assoluta incertezza Inpgi?
Al posto dei comunicatori, si parla ora dell’ingresso di grafici e poligrafici. I comunicatori erano circa 14mila, mentre i grafici sono 80.000, i poligrafici circa 2.100. Diventerebbero maggioranza assoluta (gli iscritti Inpgi oggi sono 24mila). Se però ci si limita a grafici e poligrafici inseriti nel comparto editoriale – e non tutti, con contratto giornalistico – i numeri si riducono. Di quanto non è dato sapere al momento.
precedente del 2003
L’ipotesi sullo sfondo, che però resta la più probabile, è l’assorbimento degli iscritti Inpgi nell’Inps, come già avvenne nel 2003 per l’Inpdai dei dirigenti d’azienda. I timori sono l’abbassamento delle pensioni di chi oggi lavora e forse sacrifici anche per gli attuali pensionati, che però potrebbero ricorrere alla magistratura. L’attuale dirigenza Inpgi continua ad osteggiare il passaggio all’Inps.
A fine anno scade l’ennesimo rinvio del commissariamento previsto a causa dei ripetuti bilanci in rosso e la riserva tecnica dell’Inpgi non arriva a due anni. Il commissariamento è di competenza del ministero del Lavoro.
Appena uscite le notizie sui lavori della Commissione, i sindacati dei grafici e dei poligrafici Cgil- Cils e Uiòl hanno scritto al sottosegretario all’Editoria Moles per chiedere un incontro, “non avendo avuto possibilità di esprimere un’opinione sul tema e avendo sempre espresso grandi preoccupazione e perplessità su operazioni meramente contabili per la salvaguardia dell’ente”.
Nella commissione tecnica lavorano per il ministero del Lavoro Concetta Ferrari, Elisabetta Cesqui, per il ministero dell’Economia Luciana Patrizi, Pietro Rizza, per la presidenza del Consiglio Ferruccio Sepe, Simona Genovese, per l’Inps Vito La Monica, Gianfranco Santoro, per l’Inpgi Marina Macelloni, Mimma Iorio.
Professione Reporter
(nella foto, Andrea Orlando, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali)
A questo punto chi mette a rischio le pensioni presenti e future dei giornalisti è la dirigenza dell’Inpgi che continua a bloccare l’unica strada realistica: trattare con dignità e umiltà l’assorbimento nell’INPS.
Non si capisce questa ostruzione all’ipotesi Inps. È una questione puramente contabile e di garanzia per le pensioni attuali e future. Non c’entra nulla la sbandierata difesa della professione (c’è già l’Ordine per questo) e l’impressione è che si voglia salvare sacche di potere. Si scelga la strada Inps senza ulteriori ritardi.