E’ la prima volta che succede nella storia del Corriere della Sera. Il 7 ottobre sono fissate le elezioni del Comitato di Redazione e a Milano non ci sono candidati. Neanche uno, su circa 300 giornalisti. Sono state raccolte le firme per convocare un’assemblea e l’assemblea ha deciso di rinviare di quindici giorni la consultazione elettorale.
C’erano già state difficoltà a Repubblica a settembre, ma poi sette nomi per cinque posti erano stati faticosamente trovati. Nello storico avversario, Corriere della Sera, stavolta, invece, le caselle sono rimaste vuote. Solo nella sede di Roma, alla quale spettano due posti su cinque, si sono ripresentate le due giornaliste che facevano parte del Cdr uscente, Virginia Piccolillo per la redazione romana e Maria Rosaria Spadaccino per la Cronaca di Roma. Il Cdr ha appena concluso il mandato di due anni e gli altri tre membri, nonostante il buon lavoro svolto e la richiesta di molti colleghi, non hanno accettato di ripresentarsi. Nessun altro si è fatto avanti.
risoluzione collettiva
Una crisi della rappresentanza sindacale che ha varie spiegazioni. Più in generale, la caduta della fiducia nella risoluzione collettiva dei problemi. In particolare, nei giornali, la perdita di potere dei Cdr. Nonostante l’articolo 34 del contratto di lavoro resti intatto da molti decenni e conferisca ai Cdr molti poteri di controllo, di trattativa, di consultazione, permetta agli stessi di pubblicare comunicati sui giornali, di convocare assemblee, di interloquire e influenzare le direzioni, il ruolo non viene più considerato interessante, formativo, utile per la comunità (la redazione).
pensionamenti e chiusure
I cdr si trovano, in questa lunga contingenza di crisi – prepensionamenti, chiusure, riduzioni del trattamento economico- stretti fra le Aziende, che vogliono solo tagliare, le Direzioni, spesso più vicine alle Aziende che ai giornalisti e i colleghi, preoccupati, impauriti, disorientati. Senza avere sempre il sostegno del sindacato regionale e nazionale, a sua volta nel pieno di un calo di iscrizioni e di rappresentatività. Diventa così, quello di membro del Cdr, un secondo lavoro (oltre a quello normale di redazione, che non viene meno) molto pesante.
Ora, al Corriere, continua la caccia a chi si vorrà sacrificare.
Al Corriere della Sera la tradizione sindacale è sempre stata fortissima e i Cdr, in particolare quelli guidati da Raffaele Fiengo negli anni ’70 e ’80, esercitavano una forte influenza anche nella protezione della tradizione e della rispettabilità del quotidiano, in special modo ai tempi dell’infiltrazione da parte della loggia P2 nella proprietà di via Solferino.
Professione Reporter
(nella foto, Raffaele Fiengo)