Giornalisti che non usano in modo appropriato le parole. E’ successo al Gruppo Gino Falleri – Giornalisti 2.0, che presenta candidati pubblicisti alle elezioni per l’Ordine in corso. Il Gruppo ha inviato una mail a tutto il suo indirizzario per dare “Istruzioni di voto” sul ballottaggio che si terrà il 3-4 (online) e 7 novembre (in presenza). Riguardo al voto per l’Ordine regionale del Lazio l’istruzione è la seguente: “Troverete in ordine di apparizione 6 nomi. VOTATE SOLO I PRIMI TRE, pena l’annullamento della scheda”. I primi tre sono i candidati del Gruppo Falleri. Per ribadire, più avanti si dice: “SEGNA SOLO: LOZZI MAURIZIO, BIANCOSPINO MANUELA, ROSSI ROBERTO”. E ancora: “Ricordate SOLO QUESTI 3 NOMI altrimenti la scheda sarà annullata!”. Non basta: c’è il fac simile della scheda con i soliti tre nomi barrati e di nuovo la scritta: “barra solo questi tre nomi non oltre pena scheda non valida”.
La notizia è fake. Naturalmente non viene annullata nessuna scheda se non si votano proprio quei tre nomi; viene annullata la scheda se si votano più di tre nomi scelti fra i sei indicati sulla scheda.
Il volantino elettorale via mail è stato notato, ci sono state proteste e Roberto Rossi il 29 ottobre ha inviato una mail riparatoria: “Ovviamente non potevamo voler intendere che se non si votano i primi tre candidati la scheda è nulla, ma di fare attenzione a non votarne più di tre altrimenti, stando alle norme che regolamentano il voto, la scheda risulterebbe annullata. Al voto, sia on line che in presenza, bisogna infatti esprimere SOLO TRE PREFERENZE, poiché aggiungendone una quarta o più la scheda votata sarebbe di fatto nulla. Abbiamo suggerito di votare i primi tre della lista perché appartenenti al nostro Gruppo Gino Falleri- Giornalisti 2.0, e non perché se non vengono votati loro la scheda risulterebbe annullata. Estendiamo questa nostra spiegazione in maniera onesta e, soprattutto, doverosa per coloro che potrebbero mal interpretare la nostra indicazione e ci scusiamo per l’errore grafico. Ci impegniamo pertanto ad informare tempestivamente tutti i nostri contatti già destinatari della precedente newsletter, affinché siano messi al corrente di questa necessaria, giusta e doverosa precisazione”.

Poi, terza lunga lettera intitolata “Refuso ma non peccato”.  Tutta la vicenda viene liquidata come un refuso, aggiungendo:  “Tutta l’editoria mondiale è piena di refusi. Ma comunque noi per questo ce ne scusiamo ancora”.

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