Rete Nobavaglio, Articolo 21, Libera informazione, Libertà e giustizia e Move on difendono la corretta informazione nei confronti dell’Associazione nazionale partigiani, in questi giorni al centro di forti polemiche.
“Voler difendere la pace non può essere considerata una colpa”, comincia così il documento scritto dalle cinque organizzazioni. “Accusare l’Anpi e i suoi iscritti di essere ‘filo-putiniani’ è infondato, inaccettabile e rappresenta un ingiustificabile attacco verso un’associazione che della riconquista e della difesa della democrazia ha fatto la ragione della sua esistenza. La storia e il presente dell’Associazione parlano chiaro. Si possono avere posizioni e pareri differenti dall’Anpi. Ma un conto è il diritto sano di critica e la dialettica democratica che nessuno vuole mettere in discussione o far tacere. Altra cosa sono la sistematica denigrazione, la calunnia e linciaggio, anche mediatico contro l’Anpi, i suoi dirigenti e i suoi iscritti con modalità incivili. Attacchi simili nelle ultime settimane hanno colpito anche intellettuali e giornalisti colpevoli di cercare di fare approfondimenti su questo terribile e disumano conflitto”.
Il documento afferma che non si può demonizzare chi – pur avendo chiaro chi è l’aggressore e chi l’aggredito, quindi le colpe e le responsabilità di questa guerra – invita a fare analisi.
“L’Anpi da sempre svolge un ruolo centrale di garante dei principi fondanti della Costituzione nata dalla lotta al nazi-fascismo, dopo la Seconda Guerra Mondiale: e la nostra Carta condanna la guerra, tutte le guerre, come risoluzione delle controversie internazionali. Oggi l’Anpi ci ricorda con coraggio e determinazione i valori che ci hanno lasciato in eredità i padri della Costituzione e in coerenza sostiene la necessità di intervenire sulla guerra in Ucraina, non solo condannando da subito l’invasione criminale della Russia e riconoscendo il diritto di un popolo aggredito a difendersi ma anche di capire le ragioni e le cause di questo conflitto, per individuare le soluzioni praticabili per far tacere le armi, fermare le stragi di civili e di soldati che, giorno dopo giorno, crescono sempre più, con il pericolo di precipitare in una terza guerra mondiale tra potenze con arsenali nucleari”.
La conclusione: “L’Anpi, e anche noi della Rete Nobavaglio, di Articolo 21 e di Libera Informazione, così come tante realtà del mondo cattolico, del volontariato e del terzo settore, crediamo nel ruolo di pacificazione che dovrebbe essere svolto dalla diplomazia internazionale, dalla Ue, dall’Onu e dal nostro Paese. La necessità di perseguire le strade della diplomazia, richiamata con forza dall’Anpi, prescinde dalle diverse letture sul confitto e dalla solidarietà alla popolazione ucraina. Dare voce e far sentire le ragioni della pace è fondamentale per quanti credono in un dialogo costruttivo per un futuro di pace tra i popoli e in un mondo migliore, a partire da chi, nella stessa Russia di Putin, oggi va incontro ad arresti e vessazioni per essersi opposto a questo conflitto”.