di GIAMPIERO GRAMAGLIA

“In guerra, la verità è la prima vittima”: l’aforisma di Eschilo, vecchio di 25 secoli, si conferma più che mai valido nel conflitto in Ucraina. Non solo perché le due parti fanno sistematicamente ricorso alla disinformazione, come sempre avviene. Ma anche perché nel nostro Mondo, cioè l’Occidente della Guerra Fredda, che pretendiamo libero e democratico, emerge la tendenza a considerare falsa a priori ogni narrativa che metta semplicemente in dubbio la vulgata corrente, noi e loro, buoni e cattivi, giusto e sbagliato. Come se il dubbio non fosse, insieme alla curiosità, la principale molla d’ogni lavoro d’informazione giornalistica.

Di questo e d’altro s’è parlato all’International Fact checking Day “United Against Disinformation”, svoltosi lunedì 4 aprile presso la Luiss di Roma. La giornata dedicata al Fact checking e all’alfabetizzazione digitale s’è sviluppata con incontri, panel, workshop riguardanti, nel linguaggio degli organizzatori, “le fake news e l’ecosistema dell’informazione online”.

sorveglianza in rete

L’Idmo (Italian Digital Media Observatory, hub italiano del network europeo anti-disinformazione Edmo (European Digital Media Observatory), coordinato dal centro di ricerca Luiss Data Lab insieme al Master in Giornalismo e Comunicazione multimediale della stessa Università, considera che, in uno scenario di conflitto come l’attuale, “lotta alle fake news e sorveglianza sull’informazione in rete giocano un ruolo di primo piano”.

Di qui, la spinta a organizzare l’International Fact checking Day per raccontare, da una parte, “l’impatto della disinformazione sulle nostre vite a partire dalla pandemia e dalla guerra” e, dall’altra, “le strategie per arginare il fenomeno attraverso approcci multidisciplinari”.

digital media

La giornata ha fatto conoscere al pubblico – molto rarefatto in presenza, come ormai capita spesso – le attività dell’Osservatorio, che mirano a diffondere una maggiore consapevolezza degli agguati della disinformazione e a divulgare buone pratiche legate al fact checking e alla e-literacy.

L’evento s’è articolato in diverse sessioni, ognuna curata da un differente partner dell’Idmo: sono stati toccati i temi più attuali riguardanti l’ecosistema dell’informazione, con particolare attenzione ai digital media. Presenti ospiti e stakeholder di Idmo, tra cui Tim, Rai, T6 Ecosystems, Università di Tor Vergata, Gruppo Gedi, NewsGuard, Pagella Politica, oltre a rappresentanti delle istituzioni, del mondo accademico, dell’informazione e del giornalismo e anche diplomatici e militari. C’erano il senatore Giuseppe Moles, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, e il professor Oreste Pollicino, ordinario di Diritto Costituzionale e Diritto dell’Internet presso la Bocconi.

giornalisti e rai

Li hanno volta a volta intervistati i giornalisti praticanti del Master Luiss in Giornalismo e Comunicazione multimediale.

Tra i giornalisti intervenuti, c’erano il direttore di HuffPost Mattia Feltri, la direttrice de La Nazione Agnese Pini, il direttore di Radio Capital Edoardo Buffoni e il vicedirettore de la Repubblica Francesco Bei. Per Tim, Mariano Tredicini, responsabile Social Platforms & Analysis. Per la Rai, Caterina Stagno, responsabile del nucleo Inclusione Digitale – Rai per il Sociale, Claudia Mazzola, direttrice dell’Ufficio Studi, e Matteo Cortese, vicedirettore di RaiNews24.

Il direttore di Pagella politica Giovanni Zagni ha testimoniato la sua esperienza di fact checker e NewsGuard ha illustrato i rapporti ricavati dalla sua analisi della disinformazione di guerra, specie via Tiktok. Il panel ‘Disinformation Narratives and Strategic Influence’ ha visto protagonisti diplomatici e analisti di Estonia, Lituania e Polonia ed esperti militari italiani. Le conclusioni sono state tratte dal direttore del Master Gianni Riotta, coordinatore del progetto Idmo.

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