“Alla Camera le giornaliste donne sono trattate come oggetti di decoro”. Titolo che apre la prima pagina di Domani del 20 maggio. Corredato da un fondo del direttore Stefano Feltri: “Le istituzioni non possono legittimare il pregiudizio”.

E’ accaduto che il 19 maggio la cronista parlamentare di Domani, Lisa Di Giuseppe, è stata allontanata dalla tribuna stampa di Montecitorio da una funzionaria. Motivo: aveva le spalle scoperte, indossava un abito che non le copriva le spalle. Non avendo con sé nessun capo per ovviare al problema è dovuta uscire dalla sede della Camera dei deputati e tornare in redazione, senza poter assistere dal vivo all’informativa del presidente del Consiglio Mario Draghi sulla guerra in Ucraina. 

L’articolo che riguarda l’episodio lo firma lei stessa. In redazione Di Giuseppe ha potuto accertare che non esiste alcun “dress code” per le donne alla Camera, mentre esiste per gli uomini (devono indossare la giacca, un tempo anche la cravatta). Scrive: “Ho visto diverse deputate in aula con abiti o camicette senza maniche… Nessuno dalla Camera mi ha cercato per scusarsi o propormi di tornare. E’ successo solo più tardi, e dopo la nostra  protesta”.

Il fondo di Feltri si conclude così: “Ogni giovane donna soffre il fatto che, in Italia, deve dedicare troppa attenzione a come si veste o si trucca, ai centimetri di tacchi e di vestiti, perché pochissimi la valuteranno soltanto per il suo lavoro. Noi uomini questo problema non ce lo poniamo mai e questa prima discriminazione ne genera poi tante altre in termini di ambizione, carriere, salario. Correggere distorsioni profondamente radicate non è facile, il minimo che si può chiedere alle istituzioni é di non perpetuarle”.

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