Dopo l’intervista a Mario Draghi, la prima da presidente del Consiglio, pubblicata domenica 17 aprile, il direttore del Corriere della Sera va a colloquio anche con il Papa. Stavolta non è il primo, perché Francesco I ha dialogato più volte con Eugenio Scalfari e recentemente con Fabio Fazio in tv, ma in questo momento storico si tratta di un’ottima performance giornalistica. Dicono al Corriere che l’intervista è frutto di quattro mesi di contatti diplomatici fra Vaticano e via Solferino. Stavolta al colloquio, avvenuto nella residenza del Papa, nella Domus Sanctae Marthae, ha partecipato anche la vicedirettrice del Corriere con sede a Roma, Fiorenza Sarzanini. Il Papa ha appena pubblicato con le edizioni Solferino-Corriere della Sera un libro, intitolato “Il coraggio di costruire la pace”.
lo scandalo delle armi
Nell’intervista Francesco dice cose tutt’altro che scontate. Intanto, che ora sente “di non dover andare a Kiev”, perché “prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin”. Anche se il papa teme “che Putin non possa e non voglia fare questo incontro in questo momento”.
Dice che l’ira di Putin “non so se sia stata provocata, ma forse è stata facilitata dall’abbaiare della Nato alle porte della Russia”.
Dice: “Non so se sia giusto rifornire di armi gli ucraini”. Aggiunge: “In quella terra si stanno provando armi. Le guerre si fanno per questo, per provare le armi che abbiamo prodotto”. E poi: “Il commercio di armamenti è uno scandalo”.
ogni possibile gesto
Gli intervistatori chiedono: può essere il patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa l’uomo capace di convincere il leader del Cremlino ad aprire uno spiraglio? Risposta: “Ho parlato con Kirill 40 minuti via zoom. Per i primi venti con una carta in mano mi ha letto tutte le giustificazioni alla guerra. Ho ascoltato e gli ho detto: di questo non capisco nulla. Fratello, noi non siamo chierici di Stato, non possiamo utilizzare il linguaggio della politica, ma quello di Gesù. Siamo pastori dello stesso santo popolo di Dio. Per questo dobbiamo cercare vie di pace, far cessare il fuoco delle armi. Il Patriarca non può trasformarsi nel chierichetto di Putin”.
In conclusione il Papa dice di essere pessimista, “ma dobbiamo fare ogni gesto possibile perché la guerra si fermi”.
Francesco esprime poi la sua stima per Draghi, per Napolitano, per Matterella. E per Emma Bonino: “Non condivido le sue idee, ma conosce l’Africa meglio di tutti. Di fronte a questa donna dico, chapeau”.
Alla fine, un pensiero per i giornalisti: “Continuate sui giornali a indagare la realtà, a raccontarla. E’ un servizio al paese di cui vi ringrazierò sempre”.