Firma dal primo luglio come direttore del Corriere Romagna, Paolo Boldrini, già direttore della Gazzetta di Mantova, licenziato in tronco il 13 gennaio 2021 dalla Gedi di John Elkann, dopo 8 anni e due mesi di direzione e dove era entrato nel 1987.
Sono stati diciassette mesi non facili per Boldrini, questi ultimi. Dopo aver trascorso di punto in bianco tre mesi a casa senza lavorare, poi altri tre come redattore ordinario alla Provincia di Cremona, dallo scorso agosto è diventato vicecaporedattore all’ufficio centrale del Tirreno di Livorno, passato dalla Gedi alla Sae.
Sessantuno anni il prossimo novembre, Paolo Boldrini ha percorso tutti i gradini della professione e può vantare un medagliere ricco d’attestati, eppure Gedi l’ha mandato a casa dalla sera alla mattina senza preavviso, nè spiegazione. Se non il fatto che dopo la cessione delle quattro testate locali ex Finegil (Il Tirreno, le Gazzette di Modena e Reggio Emilia, La Nuova Ferrara) nel gruppo che controlla la Repubblica s’era registrato un esubero di direttori e per questo motivo l’organico “andava ridimensionato”.
Il Corriere Romagna ha sede a Rimini, dove nel 1993 è stato fondato sulle ceneri della Gazzetta di Rimini dall’imprenditore anconetano Edoardo Longarini e nel 2006 rilevato per il 49% dal Gruppo Editoriale L’Espresso, con un’opzione da confermare entro tre anni per il restante 51%. Attualmente è di proprietà della Cooperativa editoriale giornali associati ed esce in tre edizioni: Rimini e San Marino, Forlì-Cesena, Ravenna-Faenza-Lugo-Imola. Il presidente della Cooperativa è Luca Pavarotti, il giornale ha una tiratura di 13 mila copie.