Malattie del web. Il 31 agosto, al mattino, Il Corriere della Sera, Il Messaggero, Fanpage, Il Mattino, SkYTg24, Il Giornale, Il Tempo e altri organi di informazione online come Dagospia (“Addio Rosa”) hanno dato la medesima notizia: è morta Rosa Russo Iervolino. Notizia che veniva da Napoli, il primo a darla sarebbe stato Raffaele Ambrosino, ex consigliere comunale della città, dove Russo Iervolino è nata.
La politica Dc deve ancora compiere 86 anni ed è viva, a dispetto di gran parte dei giornali, che non hanno pensato di controllare la notizia prima di diffonderla. La velocità e l’ansia di non restare indietro, a discapito dell’accuratezza.
scuse per l’errore
Il Corriere della Sera in un tweet ha scritto: “La notizia della morte di Rosa Russo Iervolino è stata smentita. Ci scusiamo per l’errore con l’interessata, con la sua famiglia e con i lettori”. Dagospia si è scusato in un titolo con i familiari e con l’interessata.
Russo Iervolino stata Ministra per gli affari sociali dal 1987 al 1992, Ministra della pubblica istruzione dal 1992 al 1994 e Ministra dell’interno nel governo D’Alema I, prima donna a capo del Viminale.
È stata sindaco di Napoli per 10 anni, dal 2001 al 2011.
una bella risata
“Quando lo abbiamo detto a mamma si è fatta una bella risata”. Lo ha detto all’Ansa Michele Russo, figlio di Rosa Russo Jervolino: “Non so come sia potuta uscire una cosa del genere. Mamma è tranquilla e serena nella sua casa di Roma”.
“All’ennesima telefonata di condoglianze, i figli sono andati a svegliarla”, ha raccontato invece a Radio Capital Annamaria Roscigno, portavoce di Rosa Russo Iervolino quando era sindaca di Napoli: “Quando ho iniziato a ricevere le prime telefonate ho chiamato i figli che, increduli, mi hanno smentito la notizia. Anzi, subito dopo, mi hanno passato la Iervolino al telefono. Mi ha detto che stava bene, a parte il solito mal di schiena che l’affligge da tempo. E si è detta dispiaciuta di tanto clamore. Ringraziava però tutti per l’affetto ricevuto”.
“Quando ho cercato di fermare la notizia – aggiunge Roscigno – era troppo tardi. I siti e le tv avevano già dato la notizia della sua morte. E nessuno che si fosse premurato di chiamare i familiari per appurarne la veridicità”.
Il 5 luglio Corriere.it aveva dato notizia della morte di Eugenio Scalfari. Con dieci giorni di anticipo.