Giorgia Meloni ha mandato una diffida, o meglio “un invito” a tutti gli organi di stampa. Affinchè giornalisti e fotografi non importunino la figlia Ginevra, sei anni. Un invito che tiene conto di ciò che è già accaduto in questi giorni e che tende a prevenire ciò che potrebbe accadere in futuro.
La lettera, inviata ad agenzie, quotidiani, settimanali e periodici è firmata dall’avvocato Annamaria Bernardini De Pace (nota per difendere Francesco Totti nella causa di separazione matrimoniale) per conto della vincitrice delle elezioni del 25 settembre e del compagno, Andrea Gianbruno. L’invito è ad “evitare in qualunque modo e con qualunque mezzo di pubblicare o divulgare immagini che ritraggano la figlia minore; e ad astenersi altresì dal pedinarla, accerchiarla e intimorirla con presenze inopportune; nonché infine dal rendere pubblici e riconoscibili anche visivamente nomi indirizzi e recapiti dei luoghi abitualmente frequentati dalla minore (casa, scuola, centro sportivi e ricreativi e altro), come già incautamente e illegittimamente accaduto in queste ore”.
Vengono quindi citate a supporto della richiesta, la normativa comunitaria in materia di privacy (GDPR- Regolamento Ue de 2016) e l’articolo 2 della Carta di Treviso dei giornalisti, che impone anonimato, riservatezza, protezione dei dati personali e dell’immagine del minorenne in qualsiasi veste coinvolto in fatto dei cronaca e che vieta la pubblicazione di ogni e qualsiasi informazione o dato che possa permettere l’identificazione del bambino. Conclusione: chi disattenderà questi moniti andrà incontro alle inevitabili conseguenze di legge nelle sedi giudiziarie e disciplinari.
Professione Reporter
(nella foto, Giorgia Meloni e Andrea Giambruno)