I Comitati di redazione sono difficili da eleggere, perché pochissimi giornalisti ormai sono disposti a farne parte. Ed è difficile che durino. Due esempi in una settimana, nei due maggiori quotidiani italiani.
A la Repubblica, il 20 ottobre la redazione ha votato una mozione alternativa a quella del Cdr, mozione più combattiva nei confronti di Azienda e Direzione sul Piano di riorganizzazione del giornale. Il Cdr si è dimesso. Al Corriere il Cdr è percorso da una divisione interna. Una mozione sul tema smart working è stata presentata il 27 ottobre da tre membri. Gli altri due hanno detto di non esserne a conoscenza e la redazione ha reagito così: 45 astenuti, 38 favorevoli, 8 contrari. Non proprio una sconfessione, ma quasi. Tenuto conto che anche la partecipazione al voto è bassissima, poco più di un quarto degli aventi diritto.
Il Corriere è da fine settembre in stato di agitazione per tre motivi: la decisione dell’Azienda e della Direzione di riportare tutti in redazione e chiudere l’esperienza smart working; l’assorbimento al Corriere di 100 giornalisti dei dorsi locali allegati al quotidiano; l’invasione della pubblicità nei contenuti d’informazione. Sui dorsi locali c’è stato un accordo. Dell’invasione della pubblicità non si è più parlato. Sullo smart working l’Azienda ha fissato un incontro il 2 novembre. Quindi i membri del Cdr Affinito, Marvelli e De Bac hanno deciso di allentare la pressione e hanno presentato all’assemblea questa mozione: “L’assemblea del Corriere della Sera congela lo stato di agitazione come segno di distensione in vista dell’incontro per l’avvio della trattativa sul lavoro agile, pur ribadendo lo stato di assemblea permanente. Dà mandato al Cdr di valutare se e come chiedere la proroga provvisoria dello Smart Working in virtù di come si dipanerà la dialettica sindacale al tavolo”. Gli altri due membri, Gian Luca Bauzano e Maria Rosaria Spadaccino hanno detto di essere all’oscuro dell’iniziativa.
L’esito del voto non è stato incoraggiante per i presentatori. E comunque un Cdr diviso all’interno sarà meno forte al tavolo delle trattative.
Professione Reporter
(nella foto, riunione di redazione al Corriere della Sera, in Sala Albertini)