A proposito Elkann tre anni di Repubblica e Stampa, giù di copie e identità da ritrovare. Credo che chi compra un gruppo editoriale che ha una forte identità e una comunità di lettori legata da valori molto chiaramente definiti, se non è uno sprovveduto, deve avere uno di questi 2 obiettivi:
1) rafforzare questo gruppo editoriale, rispettandone identità e valori;
2) distruggere questo gruppo editoriale.
Non penso di sbagliare se credo che Elkann abbia perfettamente raggiunto il secondo obiettivo: prima ha pensato bene di allontanare da Repubblica il giornalista che ne sarebbe stato l’ideale direttore (Giannini) e di imporre Molinari, cioè un giornalista che con Repubblica non c’entra assolutamente nulla; poi ha favorito, assecondato – e in diversi casi, favorito la fuga di quasi tutte le migliori e storiche firme del giornale (se questa non è depauperazione…; ha venduto una testata storica del Gruppo (L’Espresso); ha cambiato radicalmente target e identità di Radio Capital, tagliando drasticamente la componente informativa; e, naturalmente, Repubblica nuota su altri lidi, molto diversi da quelli storici.
Quindi, non è stata un’operazione economica.
Non poteva essere un’operazione di puro prestigio perché non avrebbe perso in maniera così incredibile tante firme storiche, non avrebbe venduto l’Espresso, non avrebbe sradicato Repubblica dalla sua storia sapendo di scontentare la gran parte dei suoi fedeli lettori, perdendoli.
Quindi, o Elkann ha voluto deliberatamente “distruggere” il Gruppo Gedi o crede che un giornale, una rete radiofonica… siano un normale “prodotto”, come le auto che vende.
Quindi, o Elkann è un distruttore o è un ingenuo/sprovveduto… che, comunque, alla fine sempre distrugge.

marino@marinofadda.it

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