(A.G.) I migliori pezzi del web andranno sulla carta del giorno dopo. Mentre, fino a ieri, i migliori pezzi della carta andavano sul web del giorno dopo.
L’informazione mainstream si sposta ufficialmente sul web. La carta non sarà più un “omnibus” con tutta la giornata raccontata e spiegata. Addio, insomma, al giornalismo di Eugenio Scalfari e di Ezio Mauro.
Se ne parla da anni, ma ora -a quanto pare- ci siamo. Lavoro diviso in due turni. I due terzi dei deskisti sul web, un terzo sulla carta. Grande rilievo agli esperti Seo, i tecnici che si occupano di far arrivare i pezzi sulla prima schermata di Google.
firme in condominio
C’è uno slogan per tutto questo? Sì, c’è: “Less is more”, frase che John Elkann ha pronunciato in una recente visita al giornale. Meno è più.
E’ questa la rivoluzione che i vicedirettori de la Repubblica, Francesco Bei e Carlo Bonini hanno presentato al Comitato di redazione giovedì 15 dicembre. Una rivoluzione che, nella sostanza, prepara anche il Corriere della Sera, dove l’incontro della Direzione con il Cdr è in agenda lunedì 19 dicembre. Bei e Bonini hanno comunicato di aver chiesto al Direttore Molinari di chiudere l’esperienza delle firme in condominio con la Stampa, che appartiene pure a Gedi. Nell’ottica di rafforzare l’identità de la Repubblica.
simbolico e politico
Ora che succede? Il Cdr è incaricato di raccogliere osservazioni, critiche, proposte. Il 9 gennaio ci sarà un incontro, stavolta con il Direttore Molinari. Poi, quest’ultimo scriverà il Piano definitivo e chiederà di presentarlo in prima persona in assemblea. L’assemblea voterà. Ma sarà un voto non vincolante, “simbolico e politico”, secondo il Cdr, perché Azienda e Direzione hanno intenzione di far partire il Piano comunque, a metà febbraio.
Vediamo più in dettaglio. Due gli obiettivi generali. Il primo, far decollare gli abbonati digitali con “un traffico di qualità” e non un traffico qualsiasi, come finora. Il secondo, offrire sulla carta qualità e radicalità di scelte, per motivare all’acquisto. I vicedirettori -riferisce il Cdr- hanno dichiarato la fine del quotidiano “Omnibus”: Repubblica di carta “non avrà più l’ambizione di informare su tutto come è stato il giornale di Scalfari ed Ezio Mauro”. Hanno parlato di un ritorno alle origini del ‘76, quando Scalfari voleva proprio un quotidiano di grandi scelte, senza Sport, Spettacoli, Cronaca. Che non incontrò grande favore e fu quindi pian piano modificato. Qui c’è stata poi la frase di Bonini sulla concorrenza con il Corriere, che ha creato una forte polemica.
funzione civile
Dunque, “Less is more”, copyright John Elkann. Il giornale di carta si farà così: per il 70-80 per cento con i contenuti già pubblicati sul web, per il 20 per cento con commenti o esclusive. Come campagne su temi sociali, per onorare “la funzione civile del giornalismo”.
L’obiettivo di diffusione del giornale di carta non è maestoso: “Perdere non più della media del mercato” (quindi il 9-10 per cento). Ma -nota il Cdr- purtroppo per ora Repubblica perde molto più di tutti gli altri, meno 17 per cento il dato di ottobre.
Il lavoro sarà diviso tra due turni, 8-15 e 15-22. Chi lavora il pomeriggio, fino alle 18 si occuperà del sito e solo dopo due o tre deskisti si staccheranno per chiudere le pagine di carta. I deskisti dovranno farsi carico del rullo delle notizie o di eventuali dirette, chi scrive dovrà produrre contenuti di qualità, inchieste e lavoro sul campo, su web e carta.
Potenziamento per la squadra Seo, che due volte al giorno comunicherà ai desk l’andamento della giornata: due assunzioni da Gedi Digital.
(nella foto, Francesco Bei)
Mi chiedo che senso abbia garantire la parità di trattamento con testate giornalistiche che, dichiaratamente, privilegiano un canale di diffusione diverso dalla carta. Ricordo al lor signori che gran parte del cash viene ancora dalla vendita cartacea e che gli inserzionisti non pagano per pubblicità da vedersi con fastidio sullo smartphone. Less is less. Imho