Senza stipendio a novembre e a dicembre 2022. Venti posti di lavoro in meno.
L’assemblea dell’Agenzia di Stampa Dire ha proclamato l’11 gennaio una giornata di sciopero. Prevede un secondo giorno di sciopero a breve in assenza di notizie positive sugli stipendi. Inoltre, lo sciopero a oltranza delle firme e l’astensione dal caricamento dei pezzi sul sito internet per chi non fa parte della redazione web. Al grave ritardo nel pagamento degli stipendi si è aggiunto -scrive l’assemblea- “lo sconcerto per la proposta di piano di riorganizzazione presentata dall’azienda al CdR, che individua circa 20 esuberi. Il documento prevede solo tagli al personale e alle redazioni, ponendo a grave rischio la continuità delle attività nelle diverse unità produttive, e svilisce i sacrifici compiuti dal corpo redazionale in questi mesi con i contratti di solidarietà”.
L’assemblea chiede soluzioni eque e non discriminatorie e rifiuta la possibilità di una cassa differenziata tra redattori, in percentuale e per redazione. L’azienda esclude quasi totalmente i vertici dal coinvolgimento nella cassa, tranne nel caso di un caporedattore previsto a zero ore.
Dire fu fondata nel 1988 da Antonio Tatò, responsabile dell’Ufficio stampa del Pci e segretario di Enrico Berlinguer dal 1969 al 1984. Si occupa oggi, con 130 dipendenti di cui 76 giornalisti, di Politica, Sanità, Ambiente, Economia, Esteri, Hi-Tech, Cultura, Sport, Donne, Scuola, Welfare, Territori con un notiziario regionale per ogni regione.
Il Direttore responsabile è Nico Perrone dal 29 luglio 2011. Da marzo 2022 editore è l’imprenditore Stefano Valore, presidente di SiliconDev, azienda di tecnologia e servizi informatici. Il precedente editore era Federico Bianchi di Castelbianco, arrestato nel settembre 2021 per corruzione in concorso, rivelazione e utilizzazione del segreto istruttorio, nell’ambito dell’inchiesta della procura di Roma per corruzione su alcuni appalti del ministero dell’Istruzione, università e ricerca.