Si parlano a distanza il presidente della Federazione Editori Andrea Riffeser Monti e la nuova segretaria della Federazione della Stampa Alessandra Costante. In particolare sul contratto nazionale di lavoro, che è scaduto da sette anni, il 31 marzo 2016.
Al congresso Fnsi di Riccione Riffeser ha teso una mano: “Voglio mandare un messaggio di speranza. Non abbiamo firmato il contratto nazionale in questi quattro anni, ma abbiamo fatto tante cose insieme. Ora siamo pronti a collaborare e andare insieme davanti al governo per chiedere un piano di quattro anni con l’intento di fare in modo che le aziende non riducano più il personale e possano investire”. Riffeser ha sottolineato che l’aumento del costo della carta ha spinto alla riduzione delle foliazione, delle foto e degli articoli, ma si è detto ottimista sul futuro perchè il ruolo del giornalista resta centrale e la platea dei lettori è aumentata grazie al web.
proposte agli editori
Nella sua prima intervista da segretaria, data all’Ansa, Alessandra Costante, ha detto: “La Federazione negli ultimi anni ha più volte portato al tavolo con gli editori le sue proposte, ma non si può fare un contratto al ribasso. Noi agli editori abbiamo chiesto garanzie sull’inclusione dei collaboratori e per tutta risposta loro non hanno proseguito la trattativa”.
Costante ha anche detto che la priorità è far capire al governo che l’informazione è un bene pubblico indispensabile per la democrazia: “Abbiamo bisogno di nuovi strumenti perché la legge sull’editoria è del 1981. È necessario anche rinnovare la legge professionale e daremo sostegno all’Ordine dei giornalisti affinché venga modernizzata. Parliamo ancora di professionisti e pubblicisti quando nelle nostre redazioni sta entrando l’intelligenza artificiale, che non ci fa paura, ma deve essere controllata dai giornalisti, perché altrimenti è un pericolo per la tenuta democratica”.
rider dell’informazione
Sul lavoro: “Non è possibile che solo la professione giornalistica e quella medica abbiano ancora i co.co.co., che sono i rider dell’informazione, gli schiavi degli editori. Il lavoro autonomo deve essere garantito come quello dipendente, anche se oggi anche quest’ultimo lo è meno. Va pagato in maniera giusta e per questo chiediamo con forza al governo l’equo compenso, che tutti i governi hanno lasciato nel dimenticatoio”.
Sull’intenzione del Gruppo Gedi di vendere altre testate: “Le aziende hanno diritto di fare le aziende, ma il governo e lo Stato hanno il dovere di tutelare l’informazione. Chiediamo che sulla questione Gedi ci sia un forte intervento, anche da parte del governo. I giornali Gedi sono un presidio di democrazia nel Nord Est e in tutto il Paese. L’azienda può decidere di vendere, ma servono garanzie occupazionali e sulla qualità di eventuali acquirenti».
Querele temerarie e bavagli: “Sulle querele temerarie da anni chiediamo a un governo dopo l’altro di intervenire, abbiamo ricevuto molte promesse, ma nessun passo avanti. Anche sulle regole contenute nel provvedimento sulla presunzione di innocenza chiediamo che si intervenga per modificarle perché sono un bavaglio”.
(nella foto, Alessandra Costante con il segretario Fnsi uscente, Raffaele Lorusso)