Dieci scrittrici italiane scrivono alle donne che nel mondo si battono per il cambiamento e sono protagoniste della lotta per la vita e la libertà. E’ il contenuto di Donne Chiesa Mondo di marzo, il mensile dell’Osservatore Romano diretto da Rita Pinci. 

Viola Ardone ha scritto alla donna afgana a cui è stato tolto tutto, anche il volto, ma non si rassegna ad essere un fantasma senza pensiero. Dietro il burka lei c’è: vive e pensa. Come sotto l’hijab, ci sono le donne iraniane che hanno il coraggio di esigere nelle piazze il loro futuro: la lettera per loro è di Silvia Avallone. Alle donne curde, le prime a gridare “Jin, Jiyan, Azadi”, Donne, Vita, Libertà, è indirizzata quella di Carola Susani. 

Sono di Mariapia Veladiano le parole alle donne yazide che hanno fatto crollare “il muro di distrazione” dell’Occidente quando lo stato islamico ha tentato di distruggere il loro popolo. 

E di Dacia Maraini quelle rivolte alle africane strette tra una arretratezza che continua a punirle e una modernità che nega loro i diritti . 

Nadia Terranova scrive alle bambine nate in tempo di guerra. Igiaba Scego ad una bambina Yanomani, le cui terre sono invase e derubate per la corsa all’oro in Amazzonia. Elena Janezeck alle migranti invisibili ed escluse. 

Maria Grazia Calandrone fa parlare una bambina indiana che ha rifiutato un matrimonio imposto dalla famiglia. 

E gli uomini? A loro è indirizzata una lettera di Edith Bruck: “È la debolezza degli uomini che scatena la violenza, lo stupro, l’omicidio di chi vi lascia. Non l’amore”. 

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