“Il 16 Aprile l’Unità torna in edicola”. Lo ha comunicato il direttore Piero Sansonetti in una conferenza stampa organizzata a Cosenza. “Torna l’ Unità, Torna Gramsci” è lo slogan, anticipato dal nuovo direttore, che è stato caporedattore, vice e condirettore del quotidiano. Un richiamo storico, in vista della celebrazione del centenario della nascita del giornale, fondato da Antonio Gramsci nel febbraio dell’anno 1924. “Il suo centesimo anno dopo un’interruzione piuttosto lunga. E torna per fare un gran casino perché l’informazione è ridotta ai minimi termini, non riesce assolutamente a stare al passo con la modernità e con quello che dovrebbe essere la democrazia -dice Sansonetti- Serve un giornale che rompa tutti gli schemi e che mantenga dei punti fermissimi di ragionamento e soprattutto di battaglia. Bisogna fare una battaglia come si faceva una volta”.
morti bianche
Uno degli ultimi numeri speciali de L’Unità è stato dedicato alle morti bianche, ai decessi sul lavoro. Oggi siamo di fronte ad altre morti, quelle di chi fugge da fame, guerra e carestie per raggiungere le coste italiane. Sansonetti: “I giornali italiani oggi sono impressionanti. Sono state fatte morire 100 persone quando si potevano salvare, una strage di Stato, peggiore di Piazza Fontana, come ha titolato il giornale che dirigo adesso, che si chiama ‘Il Riformista’. Intanto il Ministro dell’Interno perché non risponde? Perché non dice il motivo per il quale la Guardia Costiera non è stata attivata? La mancanza di attivazione della Guardia Costiera ha portato a cento morti e questo è sicuramente omissione di soccorso. Io dico anche omicidio colposo”.
Il ritorno dello storico quotidiano permetterà – secondo il direttore – “di combattere per una civiltà più giusta, ma anche più libera. Non si può andare dietro ai 5 Stelle che sanno solo ragionare di manette, bisogna ragionare sul lavoro e sul diritto al reddito. Mantenendo dei punti di riferimento: uno fondamentale è quello del garantismo”. Sul punto Sansonetti precisa: “Bisogna smettere di pensare che arrestando le persone, si risolvono i problemi della giustizia. Non si risolvono, si aggravano. Bisogna smettere di pensare che si deve far morire un anarchico che sta facendo lo sciopero della fame per ragioni strettamente politiche”.
gestioni immobiliari
Nel novembre 2022 Alfredo Romeo, imprenditore di gestioni immobiliari, già proprietario de “Il Riformista” e Sansonetti hanno vinto la gara del curatore fallimentare del Tribunale di Roma offrendo 910 mila euro – diecimila più dei 900mila messi sul tavolo da Silvio Pons, presidente della Fondazione Gramsci Emilia Romagna – e si sono assicurati la testata. Ventuno dipendenti storici (17 giornalisti e 4 poligrafici) dal primo gennaio 2022 hanno vissuto in un limbo, senza ammortizzatori sociali e senza prospettive di occupazione. Una situazione iniziata con la società editrice Unità srl e, a partire dal 27 luglio data del suo fallimento, proseguita con il curatore fallimentare. In questi giorni il curatore ha inviato le lettere di licenziamento e quindi ora i dipendenti potranno accedere alla disoccupazione.
Il Cdr, appena avuta notizia del passaggio di proprietà, aveva chiesto “che il nuovo editore e il nuovo direttore tengano conto delle professionalità degli attuali dipendenti che sono parte integrante della storia di questo giornale, che hanno pagato un prezzo altissimo, che hanno lottato tenacemente per tenere in vita la testata opponendosi a chi poi, per imperizia e incompetenza, l’ha condotta alla fine indecorosa del fallimento”. La sera del 1° marzo Sansonetti si è dichiarato disponibile a vedere il Cdr.
Professione Reporter
(nella foto, Alessandro Natta ed Enrico Berlinguer, sciopero generale 1984)