(A.G.) Dal punto di vista della comunicazione, colpo da maestri. Matteo Renzi sarà il nuovo direttore del Riformista, al posto di Piero Sansonetti, che diventa direttore dell’Unità. Notiziona, che pare fatta apposta per finire in ogni notiziario. Piena di intrecci curiosi.
I due quotidiani hanno l’editore in comune: Alfredo Romeo, imprenditore casertano di gestioni immobiliari. Il Riformista firmato da Renzi esce il 3 maggio. Renzi annuncia che sarà direttore per un anno, fino al 30 aprile 2024. L’Unità di Sansonetti esce il 18 aprile. Il primo sarà un giornale liberale (“dove Prodi e Berlusconi si sentano a casa”, ha detto Renzi), il secondo un giornale di sinistra (“Torna Gramsci”, dice Sansonetti). In comune, il garantismo, la critica allo strapotere della magistratura. Per Renzi è stato chiesto il rinvio a giudizio per finanziamento illecito attraverso la Fondazione Open. Suo papà Tiziano e sua mamma sono stati assolti a ottobre in appello al processo per fatture false.
scelta personale
Renzi non è giornalista e avrà bisogno di un direttore responsabile, che sceglierà lui personalmente. La redazione? Da definire, visto che i pochi (sulle dita di una mano) redattori del Riformista si trasferiranno quasi tutti all’Unità. Resteranno al Riformista Aldo Torchiaro, Claudia Fusani, Davide Nunziante. Affiancati da un piccolo numero di nuovi, scelti da Renzi. La sede dei due giornali sarà la stessa, via della Pallacorda 7 in pieno centro di Roma, a due passi dal Parlamento, un intero palazzo di Romeo. Renzi ha già un organo di informazione, Radio Leopolda, diretta da Roberto Giachetti. Entrambi i giornali avranno due edizioni, cartacea e online. Il Riformista uscirà con dodici pagine per 5 giorni a settimana (niente domenica e lunedì).
Va ricordato che Renzi fu il segretario del Pd che alienò l’Unità dal partito; ora si ritrova nella stessa casa editrice della nuova Unità, ma senza i redattori dell’Unità storica, perché Sansonetti non li ha voluti nella nuova avventura.
“idea geniale”
“L’idea di Renzi è stata geniale”, ha detto Sansonetti. E Renzi, in diretta Facebook dalla sala conferenze dell’Associazione della Stampa Estera a Roma: “Chiunque di noi è curioso di rivedere in edicola L’Unità, questa è la vera notizia. Sarà bello dialogare a distanza”. Poi: “Ho una passione vera per tutto ciò che ha a vedere con verità e viralità. Dopo la sconfitta referendaria l’unica cosa che dissi è: ‘Stiamo entrando nell’era della post verità’. La verità del Riformista sta nel non essere col sovranismo di Giorgia Meloni né con la linea del Pd di Elly Schlein e del Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte. Non ci sarà posizione politica strettamente legata al Terzo Polo. Ci saranno posizioni diverse rispetto a quelle tenute da Sansonetti. A partire dalla guerra in Ucraina, noi siamo per il sostegno. Il trait d’union con l’Unità è quello del garantismo radicale“. Renzi intende rappresentare una parte di Paese che crede nella politica 4.0, che non si possa essere sovranisti in un mondo globalizzato, che non si può non chiedere il Mes per risolvere il problema delle liste d’attesa nella sanità: “C’è un mondo che vuole un sì al nucleare e all’innovazione. Il Riformista ambisce ad essere letto da un pezzo di mondo dell’attuale maggioranza (Forza Italia, Udc e i moderati) e a un mondo del Pd che non si riconosce nella sua segretaria. C’è un disperato bisogno di libertà, altro che bloccare l’intelligenza artificiale”.
l’esempio di mattarella
Sull’editore: “Sono orgoglioso di lavorare con Romeo, a maggior ragione dopo quello che gli ho visto subire in questi anni con l’inchiesta Consip“. Scioglie un dubbio: “Un parlamentare può fare il direttore di giornale? Ce ne sono stati tantissimi nella storia di questo Paese. Mi piace ricordare Sergio Mattarella direttore del Popolo”. Renzi ha detto che Giorgia Meloni, è stata la prima a sapere questa notizia: ”Continuerò a farle fiera opposizione”. Con il governo “non faremo discussioni da ultrà come con i rave, i cinghiali, la carne sintetica. Vogliamo parlare di cose concrete. Sogno un luogo, una palestra, nella quale ciascuno possa sentirsi a casa nella sua libertà”. Ritirerà le querele ai giornalisti adesso? “No, le rischio le querele adesso, passando dall’altra parte del tavolo”. Come tratterà le vicende della magistratura? “Saremo più moderati, non faremo ‘titoli sobri’ come Sansonetti… L’attenzione che il Riformista darà al mio processo, Open, sarà molto scarsa”. Lo stipendio raddoppia? “Non ho alcun problema a rendere pubblici i dati a fine anno. Non guadagno solo facendo il parlamentare, ma anche con altro. Anche i giornalisti dovrebbero comunicare quanto guadagnano…”. La politica estera: “Come è noto ho espresso giudizio sul futuro dell’Arabia Saudita 3 anni fa che fu molto criticato. Spiegai che si stava costruendo stagione di nuovo rinascimento. Faccio una scommessa: da qui al 2030 ci sarà un cambiamento radicale”.
pensare e correre
Alfredo Romeo, che diventa editore di un polo di centro sinistra ha detto: “Il Riformista” è nato come quotidiano di raccordo tra le posizioni della sinistra e quelle del centro. In una cornice radicale, liberale e garantista. Poi si è attestato su posizioni più nettamente di sinistra, ma ha sempre mantenuto alta la bandiera del garantismo.Quando lo lanciai dissi: sarà il giornale dei rom e dei re. I rom e i re sono uguali. Nelle prossime settimane l’attuale direttore del Riformista Piero Sansonetti assumerà la direzione de l’Unità, della quale è stato giornalista e condirettore per diversi decenni, e finalmente la sinistra storica e tradizionale tornerà ad avere un suo giornale. Spero sia un contributo perché la sinistra torni a pensare e a correre. L’Unità ed il Riformista saranno giornali diversi, in alcune cose anche contrapposti. Dialogheranno e combatteranno, per il pluralismo e per la crescita del paese .
Carlo Calenda, leader con Renzi del Terzo Polo, su Twitter scrive: “Complimenti a Matteo Renzi per il nuovo prestigioso incarico. Il Riformista è un giornale che ha fatto tante battaglie di civiltà, con Matteo avrà una voce ancora più forte”.
Giornalisti e poligrafici
“La dolorosa vicenda occupazionale dei giornalisti dell’Unità non è conclusa. Lo ricordiamo anche a Matteo Renzi che per un anno si cimenterà come direttore de Il Riformista”. Lo affermano, in una nota, il Comitato di redazione dell’Unità e la segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante.
“Parliamo dello stesso Renzi segretario del Partito Democratico nel periodo più buio per l’Unità: dall’avvento degli editori Pessina-Stefanelli, all’uscita del Pd dalla società editoriale, alla chiusura del quotidiano. La storia più recente ha raccontato la procedura fallimentare a carico degli editori Pessina-Stefanelli e l’acquisto all’incanto della testata fondata da Antonio Gramsci da parte dell’editore Alfredo Romeo, già proprietario de Il Riformista. ‘La vera notizia è il ritorno in edicola dell’Unità’, dice Renzi, ma dimentica che il nuovo progetto editoriale ha lasciato fuori le giornaliste e i giornalisti che hanno vissuto sulla loro pelle l’epilogo della testata. Un’operazione, lo ribadiamo, che si manifesta non come un’opportunità per il pluralismo dell’informazione, recuperando una testata fondamentale per la storia democratica del Paese con il suo patrimonio professionale, ma come una mera speculazione editoriale”.
“È la prima volta – concludono Fnsi e Cdr – che un’intera redazione, quella de Il Riformista scriverà le pagine della nuova l’Unità, mentre si darà vita a una nuova redazione che sarà diretta da Matteo Renzi. All’editore Alfredo Romeo e al direttore Piero Sansonetti ricordiamo che la vicenda dell’Unità coincide con la storia di 17 giornalisti e 4 poligrafici licenziati dopo il fallimento. Il tema occupazionale e professionale resta intatto”.
(nella foto, Piero Sansonetti e Matteo Renzi)
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