Giornalismo delle soluzioni. Enrico Caria, regista e scrittore napoletano, trasteverino di residenza, scrive a “Una città, mille domande”, la rubrica delle lettere della Cronaca di Roma del Corriere della Sera, tenuta da dieci anni da Paolo Conti.

“Caro Conti, in viale Glorioso a Trastevere c’è una targa sul palazzo dove abitava Sergio Leone che riporta un suo ricordo di quando, da bambino, giocava sull’adiacente Scalea del Tamburino. Questa magnifica scalinata è uno dei luoghi storici dove garibaldini e mazziniani difesero fino alla fine la Repubblica Romana e per questo è oggi monumento nazionale. Da qualche settimana però lassù è spuntata la cabina di un gabinetto chimico in uso ai militari di guardia alla resistenza privata dell’ambasciatore Usa presso la Santa Sede. Una rivincita dei papisti?”.

Conti, ex capo della cronaca di Roma, ex inviato in tutto il mondo, giornalista addetto a coprire le vicende Rai, risponde: “I romani conoscono bene la storica vicenda dell’eroe sedicenne Domenico Subiaco, tamburino del I Reggimento Fanteria della Repubblica Romana del 1849, che morì in quel luogo, colpito dal fuoco francese. Era il 3 giugno 1849 e “Er Tamburino” diventò un simbolo dell’opposizione al potere papale. Il gabinetto chimico azzurro è collocato proprio all’apice della scala e nel mezzo di uno strepitoso affaccio su Roma. Le scorte hanno i loro diritti incancellabili e indiscutibili. Ma quella collocazione, ne converrà anche l’ambasciatore statunitense, non rende onore né a quel giovanissimo eroe né alla immensa bellezza del luogo”.

Nel giro di poche ore, senza nessuna comunicazione ufficiale, il gabinetto è stato rimosso. Sindaco Gualtieri? Ambasciatore Usa? Chissà. Certe volte anche il disastro di Roma è troppo e il giornalismo serve a qualcosa.

Caria a questo punto insiste e scrive ancora alla rubrica: “Caro Mago Conti, martedì 18 aprile ti ho segnalato la presenza di un bagno chimico sulla storica scalea del tamburino, mercoledì 19 ne davi conto e a sera… PUFF! la cabina era sparita. Colgo allora l’occasione per segnalarti che a Trastevere sono di fatto spariti i bidoni in ghisa e da anni Ama ci dice che sennò la gente ci lascia vicino di tutto… col risultato che ora ‘di tutto’ ce lo ritroviamo sui marciapiedi per la gioia di ratti e cornacchie. Che ne dici di risfoderare la tua bacchetta magica? Non dico… PUFF ! a far sparire monnezza, ratti e cornacchie, e manco Ama… più banalmente a far rimaterializzare i vecchi cari bidoni”.

Stavolta il compito è più arduo.

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