Considerati fra i migliori titolisti italiani, i redattori del manifesto sulla morte di Berlusconi si esprimono così: “Asceso in campo”. Da segnalare, per fulmineità, anche Il Resto del Carlino di Bologna: “Era Silvio”.
L’arte del titolo, caratteristica delle edizioni cartacee, si esprime in particolare in occasione dei grandi eventi. Si tratta della capacità di sintetizzare, in poche battute, vicende complesse, epocali talvolta. Vediamo alcune prime pagine di martedì 13 giugno.
la storia e l’autobiografia
La Stampa offre un semplice “Ciao, Cavaliere”. Ma sotto c’è un eloquente: “Autobiografia di una nazione”. Qualcosa del genere su Domani: “Una storia italiana”.
Il Sole 24 Ore dà un taglio economico, anticipando un tema sul tappeto, subito a ridosso dei funerali: “Un impero alla prova della successione”. Il Foglio si affida al vignettista Makkox: “Santo subito!”, con Berlusconi che dice: “Mi pare il minimo”.
Senza colpi ad effetto, ma cercando un senso, Avvenire titola: “Addio a Berlusconi, leader che ha innovato. E diviso”. Con semplicità, Il Corriere della Sera” prende atto: “L’Italia senza Berlusconi”. La Repubblica invece utilizza per il titolo di prima pagina l’interpretazione di una vita straordinaria raccontata dall’ex direttore Ezio Mauro: “Il primo populista”. Singolare eco a questo taglio viene dalla Spagna. El Mundo: “Adios al genio mediatico que creo el populismo moderno”. E la Welt in Germania: “Il primo populista d’Europa”.
nessuno come renzi
Il Riformista, diretto da Matteo Renzi, afferma: “Come te non c’è nessuno”. Renzi viene considerato un pretendente alla successione politica di Berlusconi. Il direttore responsabile del Riformista è Andrea Ruggeri, già parlamentare di Forza Italia, autore di un ricordo struggente del leader scomparso.
Il Messaggero titola “Il sogno italiano”. Ma si distingue per altro: il fondo di prima pagina non è firmato dal direttore, bensì dall’editore, Francesco Gaetano Caltagirone, che racconta “un uomo che ha lasciato un’orma profonda”. Qualcosa del genere è accaduto a La7, il 13 giugno, quando Enrico Mentana, direttore del Tg ha a lungo ospitato l’editore Urbano Cairo per commemorare Berlusconi.
Poi, ci sono i quotidiani molto schierati. A favore di Berlusconi, come Libero (“Morto Silvio. Non se ne farà un altro”), Il Giornale (“L’ultimo Cavaliere”), La Verità (“Ha vinto lui”), Il Tempo (“Addio Silvio”). Contro Berlusconi, come Il Fatto (“La Repubblica del Banana”).
l’uomo delle stelle
Si esibiscono anche i tre quotidiani sportivi, in virtù delle imprese di Berlusconi da presidente del Milan e del Monza. “Ho visto un re” (Tuttosport). “Fine del giuoco” (Corriere dello Sport). “L’uomo delle stelle” (Gazzetta dello Sport).
E all’estero? Berlusconi è su ogni prima pagina. “Compagni di strada e avversari rendono merito a Berlusconi”, titola Frankfurter Allgemeine Zeitung.
Il settimanale Economist ricorda Berlusconi online come un leader “inseguito dagli scandali”, ma pure “Grande seduttore”. Il Financial Times: “Berlusconi muore a 86 anni, lasciando grandi questioni per la coalizione di destra di Meloni”. E l’Evening Standard, testata più popolare, annuncia “la morte del primo ministro del bunga bunga”.
Lo spagnolo El Pais: “Silvio Berlusconi, el hombre que definió la Italia del siglo XXI muere a 86 anos”.
“Berlusconi se ne va e resta”: così la testata economica russa Kommersant.
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