Leggendo la vicenda di Angela Azzaro licenziata dalla nuova Unità, credevo si trattasse di una lettera di mille anni fa, invece quello che racconta accade in questi giorni, in queste ore… È esattamente questo ciò che mi ha colpito più di ogni cosa: la cacciata, il licenziamento, quelle parole persino scritte (“superflua”, non “strettamente necessaria”), non solo pensate. Parrebbe di capire che Sansonetti direttore conti meno del 2 di briscola in casa Romeo, ma è solo un’apparenza, tutto torna. Torna il fatto di un direttore che ha attraversato tutte le stagioni ed oggi è spiaggiato sui lidi di un editore che in una sola mossa ha riesumato l’Unità e contemporaneamente ha nominato a direttore del Riformista colui che scientemente l’aveva definitivamente umiliata e affossata. Tutto torna dentro la logica di un ripugnante scenario di revisionismo politico e culturale contro il quale NESSUNO solleva un lamento, una critica, una qualsivoglia opposizione.
Mi sono letto e riletto la lettera di Angela e, confesso, non so più che fare, chi chiamare, dove guardare, a chi utilmente rivolgermi per condividere una prostrazione morale e politica che mi toglie il respiro. Sono più preoccupato di questo che dei Romeo e dei Sansonetti che, in un tempo non lontano, avremmo seppellito con una risata e ricacciato indietro ai margini di una società dei diritti costruita a mani nude da tutti noi.
Ma non affiora più alcun sorriso sulle mie labbra…
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