Dieci articoli per ridefinire l’orizzonte delle agenzie di stampa in Italia. È il decreto firmato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria Alberto Barachini, frutto anche del lavoro di una commissione presieduta da Sabino Cassese e composta da Giulia Ferrari, Mario Calabresi, Lorenzo Saltari e Nicolò Ambriani. Il decreto dovrà essere approvato in via definitiva dal Parlamento.
Due i punti di maggior discussione.
Innanzitutto, l’istituzione obbligatoria in ciascuna agenzia di un Garante per l’informazione, che dovrebbe occuparsi di vigilare contro le fake news. Una figura in chiara sovrapposizione con quella del direttore responsabile, che fra i suoi compiti ha proprio quello di verificare l’attendibilità delle notizie che pubblica. Il 27 luglio alla Cerimonia del Ventaglio, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha detto: “Sarebbe fuorviante e contraddittorio con le stesse disposizioni costituzionali immaginare che organismi terzi possano ricevere incarico di certificatori della liceità dei flussi informativi”. Lettura unanime è che si riferisse al nuovo Garante.
tre testate fuori
In secondo luogo, il numero minimo di 50 redattori contrattualizzati per poter entrare nell’elenco delle Agenzie di rilevanza nazionale e accedere ai finanziamenti di Stato. Tre delle attuali agenzie nazionali -Italpress, Nove colonne e Dire- resterebbero fuori. Mentre al Sole 24 Ore hanno effettuato uno spostamento di redattori da Radio 24 per far raggiungere il quorum a Radiocor.
Vediamo più nel dettaglio. Ci sarà “un elenco delle Agenzie di stampa di rilevanza nazionale”, che devono garantire pluralismo e completezza dell’informazione, elenco creato sulla base di elementi “qualitativi e dimensionali”, che verrà aggiornato ogni anno.
Tra i criteri principali: il fatturato che provenga per la metà da privati e la certificazione del rating di legalità.
retribuzioni minime
La “rilevanza nazionale” si basa su: non meno di 50 giornalisti assunti a tempo pieno ed indeterminato; retribuzioni non inferiori alla soglia minima stabilita dal Contratto collettivo nazionale; capacità di garantire giornalmente un numero minimo di 400 lanci, con un frazionamento non superiore a due lanci; dislocamento in modo continuativo dei propri giornalisti sul territorio nazionale, in modo da assicurare un’adeguata capillarità nella raccolta delle informazioni primarie.
Inoltre, come parametri ‘premianti’ si considerano l’assunzione di giornalisti con meno di 35 anni, gli investimenti in tecnologie innovative, le collaborazioni con agenzie estere.
Per la prima volta si stabilisce l’istituzione, al momento della presentazione della istanza di iscrizione all’elenco di cui all’articolo 1, della figura del “Garante dell’informazione”, con la funzione di assicurare la qualità delle informazioni ed impedire la diffusione di fake news. Il Garante deve avere “provata professionalità, esperienza, imparzialità” e non può aver lavorato nell’Agenzia presso cui opera”.
fase transitoria
Il Dipartimento per l’informazione e l’editoria, “sulla base del numero e delle caratteristiche delle Agenzie di stampa di rilevanza nazionale, definisce il fabbisogno finanziario annuale necessario alla corresponsione del corrispettivo per le dette Agenzie”. Il contratto ha durata di un anno in costanza dei requisiti di cui all’articolo 2 ed è tacitamente prorogato per altri due anni al persistere di detti requisiti. Ci sarà una “fase transitoria pari a tre anni dal primo gennaio 2024; le risorse destinate alle Agenzie di rilevanza nazionale sono pari al 65% della media dei corrispettivi degli ultimi 5 anni percepiti dalle Agenzie di stampa risultate vincitrici della procedura di gara del 2017”. Il restante 35% è destinato all’acquisizione di notiziari specialistici e video realizzati dalle agenzie che verranno assegnati attraverso gare con modalità previste dal codice degli appalti.
(nella foto, Alberto Barachini)