Il passaggio chiave è il seguente: “Non potranno essere inviati in produzione testi giornalistici che non siano stati preliminarmente esaminati dalla redazione secondo le specifiche competenze, qualifiche, mansioni e responsabilità. Gli interventi sui testi sono riservati alla sola redazione”.
La Federazione nazionale della stampa prende le misure: l’Intelligenza artificiale è ormai dentro il processo produttivo di molte redazioni e occorre porre delle regole, prima che tutto diventi uno stato di fatto. Il timore è “una omologazione del prodotto informativo, derivante da un massiccio e incontrollato utilizzo dell’Intelligenza artificiale”.
Siamo di fronte a una innovazione enorme, che può essere uno strumento utile per alzare la qualità del lavoro dei giornalisti, o che può cancellare migliaia di posti di lavoro.
scaduto nel 2016
Bisogna ricordare che il Contratto è scaduto nel 2016, non è più stato rinnovato e non parla specificamente di IA (che era allora agli albori). In una lunga lettera ai Comitati di redazione di tutti i giornali italiani e alle Associazioni stampa regionali, la segretaria Fnsi Alessandra Costante fa rientrare il tema nei “supporti tecnologici” e afferma che IA non può essere introdotta e usata nelle redazioni senza rispettare le procedure previste dal Contratto firmato con la Federazione editori.
La segretaria nota che l’Intelligenza artificiale è stata introdotta in molte aziende editoriali all’interno dei piani di ristrutturazione aziendale utili ai prepensionamenti. Questo- afferma- non è corretto: se un editore vuole introdurla, nelle multiformi applicazioni già operative, deve rispettare le procedure di comunicazione e consultazione previste dall’articolo 42 del Contratto.
Scrive Costante: “L’articolo 42 – tra le altre cose – prevede che l’utilizzazione dei sistemi elettronici editoriali e di ogni altro supporto tecnologico da parte delle redazioni deve favorire lo sviluppo del pluralismo ed il miglioramento della qualità dell’informazione. Questi obiettivi devono essere realizzati anche attraverso l’adozione di nuovi modelli di organizzazione del lavoro redazionale. L’utilizzazione dei sistemi editoriali deve essere realizzata garantendo la professionalità del singolo giornalista, senza determinare impropria redistribuzione di mansioni con altre categorie e con il fine di valorizzare la qualità del prodotto redazionale inteso come opera intellettuale collettiva”.
livello qualititativo
Quindi, “i piani presentati dall’azienda dovranno contenere precise indicazioni sulle scelte editoriali che sono alla base del progetto, sull’impostazione tecnico-produttiva – anche in caso di utilizzo di banche dati – e sui criteri di organizzazione del lavoro ritenuti più rispondenti per la realizzazione del prodotto editoriale e per il miglioramento del suo livello qualitativo”.
Costante ricorda i passaggi previsti dall’articolo 42: l’azienda – con il necessario anticipo rispetto ai tempi della realizzazione – elabora il piano che consegnerà al Cdr e alle organizzazioni sindacali territoriali; entro 15 giorni verrà avviata la trattativa fra Editori, Direttore e Cdr per la definizione delle fasi di attuazione; l’introduzione del sistema sarà preceduta da un periodo di addestramento professionale nell’arco di tre mesi e al termine inizierà la sperimentazione produttiva, durante la quale si procederà agli eventuali adeguamenti o modifiche.
“Nell’organizzazione del lavoro -precisa la segretaria Fnsi- il singolo giornalista è impegnato ad utilizzare, con le caratteristiche proprie della professione giornalistica, i nuovi mezzi tecnici per elaborare i testi redazionali, anche intervenendo sul materiale fornito dalle fonti di informazioni interne ed esterne all’azienda collegate in linea con il sistema editoriale, sulla base delle proprie prerogative professionali. Non potranno essere inviati in produzione testi giornalistici che non siano stati preliminarmente esaminati dalla redazione. Gli interventi sui testi sono riservati alla sola redazione”.
grandi database
L’Intelligenza artificiale è già entrata nelle redazioni: “Già da alcuni anni -scrive Costante- l’esperienza, anche internazionale, dimostra come alcune operazioni vengono realizzate in collaborazione con l’Intelligenza artificiale. Ad esempio, la raccolta di notizie, per migliorare l’efficienza operativa della redazione come il monitoraggio dei trend social e degli eventi, oppure l’estrazione automatizzata di informazioni e contenuti da grandi database. Anche la distribuzione delle notizie, per migliorare la pertinenza e quindi l’esperienza dell’utente in base al comportamento e alle abitudini dei lettori, anche in ottica di sottoscrizione abbonamenti. Ma non possiamo tralasciare, quella di maggior interesse per la categoria, ovvero l’IA destinata alla produzione di notizie (tramite strumenti di editing assistito), alla creazione di testi ‘data-driven’ automatizzati o semi automatizzati e alla trasformazione di un contenuto in vari formati da utilizzare su differenti canali e per diversi target”.
Fnsi non vuole “demonizzare” l’Intelligenza artificiale, chiede tutto questo vada affrontato in base alle norme dell’articolo 42 del Contratto. Invece, recentemente alcune aziende prevedono investimenti in IA nei piani di riorganizzazione per gli “stati di crisi” (Allegato D del CNLG). Anche se gli editori dichiarano che l’IA non sostituirà i giornalisti, ma li aiuterà a concentrarsi maggiormente sugli aspetti di creatività, unicità e rilevanza, lasciando agli algoritmi i compiti di routine, di miglioramento della comprensione dei contenuti da parte dei lettori e di miglioramento del posizionamento degli articoli sui motori di ricerca, la Fnsi evidenzia che inserire l’IA nei piani per i prepensionamenti, rischia di far “saltare” le procedure dell’articolo 42.
Per tutti questi motivi si esortano i Cdr che dovessero rilevare la presenza di investimenti in Intelligenza Artificiale nei piani di riorganizzazione per stato di crisi a chiedere all’Azienda di trattare e discutere la materia nel perimetro dell’articolo 42.
Profession Reporter
(nella foto, Alessandra Costante)