Correzione in corsa sul Garante per l’informazione. Con una “circolare esplicativa” che spiega, ma fino a un certo punto. Il sapore è quello di un pasticcio.
Con ordine. Il sottosegretario all’Informazione e all’editoria Alberto Baraghini vara la riforma delle Agenzie di stampa con un Decreto della Presidenza del Consiglio, l’11 luglio scorso. Il decreto stabilisce i criteri con i quali saranno distribuiti alle agenzie i fondi pubblici.
nuova e inattesa
L’articolo 2 comma 1 lettera f del Decreto istituisce la nuova, inattesa, figura del Garante dell’informazione, “avente la funzione di assicurare la qualità delle informazioni ed impedire la diffusione di fake news, avente provata professionalità, esperienza, imparzialità e senza una pregressa appartenenza all’Agenzia presso cui opera”.
L’innovazione suscita perplessità nella categoria. In particolare perché appare una sovrapposizione al ruolo del Direttore responsabile, che deve appunto assicurare la qualità delle informazioni e impedire la diffusione di fake news. Soprattutto colpisce un passaggio del discorso del presidente della Repubblica Mattarella alla cerimonia del Ventaglio, 27 luglio, che sembra riferito proprio al nuovo Garante: “Sarebbe fuorviante – e contraddittorio con le stesse disposizioni costituzionali – immaginare che organismi terzi possano ricevere incarico di certificatori della liceità dei flussi informativi”.
consigliere del dipartimento
Passano ancora alcuni giorni e arriva la circolare, firmata dal consigliere del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri Luigi Fiorentino. “Il Garante -si fa chiarezza nella circolare- è una figura che si inserisce nell’organizzazione dell’Agenzia di stampa a supporto della correttezza delle informazioni primarie. Si tratta di un presidio collaborativo rispetto agli organi di direzione dell’Agenzia, che mantengono impregiudicate le proprie competenze, funzioni e responsabilità. Ugualmente, ogni giornalista conserva inalterati il proprio ruolo, i propri doveri deontologici e la propria responsabilità giuridica”. Il Decreto -prosegue la circolare- “enuncia le finalità generali che si vogliono perseguire con la previsione del Garante: la difesa della qualità dell’informazione, il contrasto alla disinformazione e la tutela del diritto d’autore. Il Decreto lascia alle singole Agenzie la piena libertà di definire nel dettaglio le modalità di inserimento del Garante all’interno della struttura operativa dell’Agenzia stessa. E’ parimenti rimessa alla autodeterminazione di ogni Agenzia l’individuazione in concreto della personalità a cui affidare il compito di Garante. Il Decreto delinea le caratteristiche che tale figura deve possedere. La mancata pregressa appartenenza all’Agenzia del Garante è in funzione della maggiore indipendenza possibile della personalità prescelta nello svolgim del suo incarico”.
La circolare lascia intatto il dubbio di fondo: qual è l’esigenza di creare un Garante quando già esistono un Direttore, un Ordine che vigila sulla deontologia professionale e un Contratto nazionale di lavoro?
Professione Reporter
(nella foto, Sergio Lepri direttore storico dell’Ansa, principale Agenzia italiana, Giulio Anselmi, presidente Ansa, Luigi Contu, direttore Ansa)