(di francesco garibaldi)
Il cronista televisivo col microfono “gelato” in mano, inquadrato in primo piano, riceve la linea da studio e ripete lo slogan che ha sentito mille volte: “Quello che vedete alle mie spalle…”. È da una formula inflazionata che Filippo Nanni, caporedattore Gr Rai Radio1, parte nel suo ultimo libro per analizzare l’evoluzione delle tecniche giornalistiche, commentare comportamenti poco virtuosi, raccontare aneddoti curiosi, combattere luoghi comuni e rivelare qualche segreto che possa facilitare il lavoro del cronista televisivo, in redazione e sul campo.
dizionario per aspiranti
“Alle mie spalle: le notizie in tv” (Ed. Vallecchi) è un dizionario per gli aspiranti giornalisti, ma soprattutto un vademecum per farsi le domande giuste e prepararsi al mestiere. Come dice nella prefazione Giovanni Floris, conduttore di “Di Martedì” su LA7 e stagista di Nanni alla Cronaca del Giornale Radio Rai, il volume aiuta a scoprire le “insidie della pigrizia, della impreparazione, della superficialità. Della ritualità. Schemi di depotenziamento del buon cronista. Trappole da evitare, comodità da fuggire”.
La raccolta delle notizie già ad inizio giornata, la ricerca della storia, la verifica delle fonti, la corretta postura davanti alla telecamera, l’equilibrio nei modi e la consapevolezza di dover informare – spesso con un tempo limitato per prepararsi – e l’obbligo di non dover essere il protagonista del servizio o del collegamento, lasciando a casa aggettivi e giudizi per far sì che sia il telespettatore utente da casa a poterli scegliere: Nanni distribuisce nel testo utili suggerimenti per comportarsi davanti alla telecamera.
tempi brevi
Lo fa compiendo un viaggio all’interno del racconto televisivo e delle sue tecniche, un settore del giornalismo in cui bisogna “informarsi leggere, verificare, capire e farsi capire”, studiare la realtà per spiegarla in tempi brevi e con parole semplici agli altri. Banchieri o agricoltori, manager o netturbini: la tv deve parlare a tutti.
“Alle mie spalle” racconta le più peculiari dinamiche delle diverse redazioni (Saxa Rubra e oltre) e le rispettive competenze, oneri ed onori di Direttori e vice, capiredattori e capiservizio, redattori e stagisti, “soldati semplici” appena arrivati dalle Scuole di giornalismo e subito “buttati nella mischia”. Auspica, Nanni, che i giovani colleghi siano, ora e domani, lasciati maggiormente liberi di uscire a documentare e di non essere tenuti “in gabbia in nome di un giornalismo chiuso su se stesso, che si esaurisce davanti al monitor”. Per loro, una delle cose più importanti da imparare è senz’altro “azzeccare la scelta dei tempi: quando è il momento di stare concentrati e quando invece si può ridere tutti insieme”.
processo pacciani
Filippo Nanni è caporedattore Gr Rai Radio1. Giornalista professionista dal 1988, è stato vicedirettore di RaiNews24. Lavora in Rai dal 1991, al Giornale radio, al TG3 (Caporedattore cronaca) ed a Rai Tre (autore di programmi come “Ballarò”). Per i servizi radiofonici realizzati durante il processo Pacciani ha vinto il premio cronista 1995 organizzato dall’ UNCI (Unione Nazionale Cronisti Italiani).