The Guardian ha aperto i bandi per assumere sette nuovi giornalisti. Non esperti di politica, economia, investigazioni criminali. Bensì specialisti in razze, equità, comunità, salute e diseguaglianza. E corrispondenti dai Caraibi, dal Sud America, e dall’Africa.
Tutto questo fa parte del programma di “giustizia riparativa”, stabilito dopo la pubblicazione del Rapporto dello Scott Trust (gestore del quotidiano) che prova il coinvolgimento dei fondatori del giornale nella tragedia della schiavitù. I nuovi sette giornalisti dovranno “ampliare l’ambizione del Guardian di raccontare regioni non adeguatamente coperte dall’informazione e proseguire la ricerca sulle responsabilità dei patron del Manchester Guardian nello sfruttamento degli schiavi.
coltivazione del riso
Il Guardian cerca innanzitutto un reporter in Usa per coprire razza, identità, disuguaglianza per le audiences americane e internazionali, con storie di cultura, salute, educazione, giustizia sociale, politica, religione, educazione ed eredità della schiavitù in America. Una altro reporter statunitense dovrà occuparsi prioritariamente delle comunità nere negli stati del Sud, compresi i Gullah Geechee, la più africana fra le comunità afro-americane degli Stati Uniti d’America. E’ ai loro progenitori 400 anni fa infatti che si deve l’inizio della coltivazione del riso nel Nord America. Assieme al riso, gli antenati dei Gullah portano anche altri ingredienti che definiranno il DNA della futura cucina statunitense, come il sesamo, l’okra, i fagioli con l’occhio. Erano stati i Portoghesi ad aver scoperto, due secoli prima, quella che già allora veniva chiamata Rice Valley, vale a dire la parte occidentale del continente africano, corrispondente al delta del fiume Niger (oggi Senegambia, Liberia, Costa d’Avorio): qui il riso era stato addomesticato in una varietà autoctona fra il III e il II millennio avanti Cristo e da allora era stato coltivato senza soluzione di continuità. Si trattò di una deportazione di quella che oggi chiameremmo manodopera specializzata: questi schiavi, cioè, erano indispensabili non solo come forza lavoro, ma anche come tecnici esperti. Dietro alle verdi distese delle piantagioni, si nascondevano killer invisibili e letali che esponevano tutti gli abitanti di queste zone al rischio della malaria, della febbre gialla e altre malattie tropicali. La maggiore concentrazione della comunità era nelle grandi isole della laguna, nella Carolina del Sud, all’epoca erano raggiungibili solo per mare.
regioni non rappresentate
Il Guardian cerca poi tre corrispondenti, dai Caraibi, dal Sud America, dall’Africa, per coprire notizie del giorno e analisi, in particolare storie riguardanti popolazioni discendenti da africani. Un corrispondente da Manchester, dedicato a neri, asiatici e minoranze etniche e un corrispondente dal Regno Unito su salute e ineguaglianze, in particolare sulle questioni razziali nell’idustria della salute e nel Servizio sanitario nazionale.
Ha detto Katharine Viner, Direttore del quotidiano: “Questi nuovi ruoli daranno un ulteriore spinta alla nostra copertura delle regioni non rappresentate del mondo, raramente trattate dai media occidentali. Queste assunzioni fanno parte di un programma di giustizia riparativa per la prossima decade, che comprende borse di studio, iniziative di educazione e ricerche.
Lo Scott Trust è stato creato nel 1936 per assicurare l’indipendenza finanziaria ed editoriale del Guardian nel nome della libertà dei giornalisti da interferenze politiche o commerciali e dei valori liberali. I profitti sono tutti reinvestiti nel giornalismo. Nel marzo 2023 Scott Trust ha pubblicato un Report accademico sulle connessioni storiche del Guardian con la schiavitù. La ricerca ha identificato legami fra John Edward Taylor e gli altri fondatori del Guardian e la schiavitù.
(nella foto, manifestazione per i diritti Gullah Geechee)
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