di ELETTRA BERNACCHINI
Prima l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ora lo scoppio dell’ennesimo conflitto tra Hamas e Israele. Da due anni il tema del racconto di guerra è centrale nel giornalismo italiano, con il relativo rischio di incappare in fake news e le relative scelte di linguaggio e tipo di narrazione da adottare. Negli ultimi giorni si è infiammato il dibattito su una notizia che ha cominciato a girare il pomeriggio di martedì 10 ottobre: il massacro di civili avvenuto per mano di Hamas nel kibbutz di Kfar Azza, a pochi chilometri dalla Striscia di Gaza. A destare l’attenzione è stato il dettaglio sul ritrovamento di corpi di “bambini decapitati”. La corrispondente Nicole Zedeck di I24News, un canale all-news israeliano, è stata la prima a farne parola, a lei le informazioni sarebbero state trasmesse dai primi soccorritori e militari giunti sul posto. Le agenzie di stampa italiane hanno ribattuto la notizia:
*Ansa, Media: 40 bimbi uccisi in un kibbutz, anche decapitati. Soldati israeliani hanno riferito alla tv I24 di aver trovato “bambini con le teste decapitate” a Kfar Azza, un kibbutz preso d’assalto dai miliziani di Hamas a Gaza;
*Adnkronos, Israele, tv: Orrore a Kfar Aza, Hamas uccide 40 bimbi e neonati: alcuni decapitati. Una quarantina di neonati e bambini piccoli sono stati uccisi, alcuni sono stati decapitati. È quanto riferisce l’emittente israeliana I24 news, dopo che alcuni giornalisti sono stati fatti entrare in questa comunità, mentre i soldati stanno rimuovendo i cadaveri delle vittime, di cui si ignora ancora il totale;
*Agi, In un kibbutz teste di bimbi e neonati mozzate da Hamas. Tra le vittime dell’attacco di Hamas a Israele, ci sono anche neonati e bambini piccoli, e alcuni sono stati decapitati.
“Orrore inimmaginabile”
Tre giorni dopo l’attacco palestinese, per la prima volta l’esercito israeliano ha permesso ai media di visitare un kibbutz, quello di Kfar Aza, dove tra i morti sono stati trovati una quarantina tra neonati e bambini piccoli, alcuni con la testa tagliata. Lo riferisce i24News che parla di “orrore inimmaginabile”.
La prova incontrovertibile della presenza dei giovani corpi mutilati non era a disposizione dei media ma l’immagine in sé, anche solo ipotizzata, è estremamente potente e la mattina successiva, mercoledì 11 ottobre, i principali quotidiani italiani decidono di titolare su questo. In un primo filone narrativo, la notizia viene riportata con il dovuto virgolettato:
*Il Corriere della Sera: I bambini, l’orrore. “Neonati decapitati, 40 uccisi nel kibbutz”;
*La Repubblica: La strage dei bambini. Trovati nel kibbutz di Kfar Aza “40 piccoli, anche neonati uccisi da Hamas, alcuni decapitati”;
*Domani: “Uccisi 40 minori, neonati decapitati”. Hamas e il pogrom dei bambini.
In un secondo filone di titoli il virgolettato scompare:
*Avvenire: La strage degli innocenti. Trovati 40 bambini uccisi, alcuni decapitati, in un kibbutz assaltato dai terroritsti di Hamas.
dibattito politico
Stessa cosa per le testate con linea editoriale di destra dove, inoltre, la notizia dal campo è affiancata già in apertura al dibattito politico italiano sul tema:
*Il Giornale: Strage di neonati nel kibbutz. Decapitano i bambini, ma la sinistra si divide;
*La Verità: I soldati entrano nel kibbutz di Kfar Aza: un abisso di orrore. Tifano per i macellai di bimbi. Scoperti 40 piccoli corpi martoriati, molti decapitati;
*Libero: Hamas decapita i bimbi, la sinistra critica israele. Le prime testimonianze dell’orrore nel kibbutz al confine con Gaza.
Gli articoli che approfondiscono la vicenda raccontano che a un ristretto gruppo di giornalisti di testate internazionali è stato dato il permesso di accedere all’area del kibbutz per documentare l’accaduto: tutti parlano di evidenti tracce di una carneficina, ma nessuno vede in prima persona i corpi dei bambini decapitati. La corrispondente dal Medio Oriente Bel Trew, che firma l’articolo per The Indipendent, precisa su “X”: “Ai media stranieri è stato detto che donne e bambini sono stati decapitati ma non ci hanno mostrato i corpi – questa è la mia risposta alla notizia sui 40 bambini decapitati diventata virale. Il titolo del mio pezzo fa solo riferimento al fatto che bambini sono stati uccisi”.
assenza di prove
Nel pomeriggio dell’11 ottobre iniziano a circolare le smentite sia da parte di Hamas, che pubblica un comunicato in cui si parla di “calunnie” e assenza di prove, sia da parte di un portavoce dell’esercito israeliano che, come riportato dall’Agi, all’agenzia turca Anadolou dichiara: “Abbiamo visto la notizia, ma non abbiamo alcun dettaglio o conferma su questo”.
Il 12 ottobre, un giorno dopo ancora, il Jerusalem Post fa sapere di aver visionato delle “foto verificate” che confermano quanto detto originariamente da I24news, immagini che il segretario di Stato statunitense Antony Blinken, nel frattempo giunto a Tel Aviv, afferma di aver visionato. Infine, nell’account “X” ufficiale in lingua inglese del primo ministro israeliano vengono condivise tre immagini che mostrano corpi di neonati uccisi o carbonizzati, con la didascalia: “Ecco alcune delle foto che il Primo ministro Benjamin Netanyahu ha mostrato al segretario Usa”.
Al di là dell’orrore provocato dal contenuto delle fotografie, rimane il fatto che non mostrano effettivamente corpi decapitati, e che siano iniziate a circolare dopo tre giorni dalla notizia. In Italia, il 13 ottobre, solo Il Corriere della Sera e Il Giornale hanno continuato a titolare sulle foto dei bimbi decapitati. La facilità con cui informazioni del genere – senza dubbio potenti perché ancora una volta fanno leva sull’immaginario legato ai minori e ai più deboli, ma non del tutto verificate – siano finite in prima pagina deve far riflettere.
(nella foto, la giornalista Nicole Zedeck)