di ELETTRA BERNACCHINI

“L’informazione per i bambini riassume il succo del mestiere del giornalista: essere chiari nel linguaggio, evitare sensazionalismi e toni forti, essere rispettosi del lettore”. 

Ilaria Beretta, professionista freelance di 30 anni, è l’ideatrice del podcast “Le notizie della Illy”, una rassegna stampa settimanale che racconta ai più piccoli le principali notizie uscite sui quotidiani. Nel 2021 Ilaria ha vinto il premio Alessandra Bisceglia per il giornalismo sociale.

Le prime collaborazioni di Ilaria risalgono ai tempi dell’università, quando ha iniziato a pubblicare su riviste per ragazzi di matrice cattolica come Elledici (Editrice cattolica salesiana). Dal 2015, inoltre, lavora con Popotus, la testata di Avvenire dedicata ai giovanissimi. “Credo sia un unicum nel panorama editoriale italiano – dice – e tutt’oggi il mio impegno principale. Scrivo anche per Avvenire ‘degli adulti’ e ho altre collaborazioni attive, ma il settore ragazzi è quello che mi appassiona da sempre più di tutti”. 

cucciolo di rinoceronte

Nel 2020, a Ilaria comincia a balenare l’idea di fare qualcosa di completamente suo. “Ho pensato a un podcast – spiega – perché volevo sperimentare un nuovo linguaggio, che allora cominciava a emergere, e perché il video non mi ha mai detto granché”. In concomitanza dell’inizio dell’anno scolastico, è uscita la prima puntata della prima stagione di “Le notizie della Illy”, titolo nato dal soprannome storico di Ilaria. “Seleziono cinque notizie a settimana e le organizzo secondo una gerarchia: le prime tre, tendenzialmente, rispettano il grado di importanza avuto nei quotidiani e possono riguardare qualsiasi tematica. Le ultime due sono di colore o di costume, più curiose”. Dalla prima puntata a oggi -tesimonia Beretta- il podcast è stato riprodotto 45.000 volte.

Ad esempio, nella puntata di sabato 7 ottobre 2023 si va dal Nobel per la medicina a Katalin Karikó e Drew Weissman per le scoperte sull’RNA messaggero, alla nascita di un raro cucciolo di rinoceronte di Sumatra, specie in estinzione, passando per l’incidente del bus di Mestre in cui sono morte 21 persone, la lettera di papa Francesco per l’ambiente e le imprese della ginnasta Simon Biles. Ogni notizia ha un suo titolo, come “Una testa dura da Nobel” o “Il Papa verde”, e una musica di accompagnamento accattivante, ma allo stesso tempo in linea con il tono di ciò di cui si sta parlando. Ilaria inserisce chiarimenti aggiuntivi per i bambini: nel racconto dell’incidente di Mestre, per dire, spiega cosa sia la scatola nera di un autobus, e come si classificano i guard rail in base alla strada in cui devono essere posizionati. Informazioni utili a capire il lavoro d’indagine che la polizia svolge in questo genere di situazioni. 

panico generale

Avendo iniziato in piena pandemia, si è subito presentato un problema di ripetitività. All’epoca i quotidiani aprivano sullo stesso tema tutti i giorni, una scelta che Ilaria non condivideva per due motivi: primo, il rischio di alimentare il panico generale, secondo perché, a lungo andare, il racconto è sceso in dettagli sostanzialmente inutili ai fini informativi. “Io – dice – cerco di non fossilizzarmi. Alcune volte ci si intestardisce su determinate notizie, come è successo per l’omicidio di Senago (Giulia Tramontano, 29enne incinta, uccisa dall’ex compagno Alessandro Impagnatiello), ma io evito di fare altrettanto anche perché, in questi casi, non ci sono particolari spunti di riflessione. A differenza, ad esempio, dell’assassinio in Francia del professore Samuel Paty (2020): ricordo bene l’efferatezza e il dibattito sull’estremismo islamico, molto complicato da raccontare, ma di grande impatto”. 

Un altro elemento importante è l’interesse per le buone notizie, ovvero per quello che oggi viene chiamato giornalismo costruttivo o delle soluzioni. Al di là delle etichette, Ilaria ne fa una questione di “storytelling alternativo”, che dà spazio a “pratiche di buon esempio”, che lei ha sempre trovato particolarmente stimolanti. “Per un po’ – racconta – curai anche un blog, si chiamava Suppost-It. Con il tempo l’ho mollato, ma continuo a pensare che il racconto delle buone notizie si sposi bene con l’informazione per ragazzi, perché in fondo si tratta di narrazione formativa, educativa”, dunque perfetta per i più giovani. D’altronde, il target di “Le notizie della Illy”, che esce ogni sabato da settembre a giugno, sono proprio i bambini in età da elementari e scuole medie, dai 6 ai 12 anni. 

strumento gratuito

“Il grosso degli ascolti avviene in classe, il lunedì, perché gli insegnanti sfruttano questo strumento gratuito durante le lezioni. Poi, in famiglia, sono soprattutto le mamme a conoscerlo e farlo ascoltare in casa nel fine settimana. Infine, c’è una fetta insospettabile di pubblico adulto, persone che magari hanno poco tempo a disposizione e trovano congeniale un riassunto di 10 minuti come base per eventuali approfondimenti”. A vincere è l’elemento di varietà nei temi trattati: dalla prima alla quinta notizia ognuno, in base all’età e alla complessità di pensiero, trova l’appiglio che più gli si addice. “Ho scoperto – racconta ancora Ilaria – che i bambini si affezionano molto e in modo personale alla voce: mi scrivono per dire che hanno ragionato su una notizia, in estate vogliono sapere ‘Quando torna Illy?’, qualcuno mi chiede come funziona il lavoro del giornalista o mi dice che da grande vuole farlo”. 

torri gemelle

Potrebbe venire il dubbio che un podcast di informazione per bambini abbia, in effetti, una sua utilità. Per rispondere a questa domanda, Ilaria fa riferimento a un episodio della sua infanzia che riguarda, in realtà, intere generazioni: l’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001: “Avevo 9 anni, andavo alle elementari. Ricordo che il giorno dopo l’accaduto la maestra cercò di spiegarci cosa fosse successo e quali sarebbero state le conseguenze. Allora mi sono domandata se tutti, genitori o insegnanti, sarebbero capaci di fare questa cosa di fronte a nuovi eventi altrettanto scioccanti. La risposta è no, perché per divulgare bene bisogna prima di tutto leggere e informarsi molto, e non sempre c’è la possibilità di farlo, e poi perché bisogna tradurre in modo comprensibile i fatti. Qui entra in gioco la professionalità del giornalista”. Competenza e contenuti di qualità sono quindi i due elementi fondamentali per il successo di “Le notizie della Illy”, un progetto che Ilaria è riuscita a mettere in piedi sfruttando le libertà di manovra che concede il lavoro da freelance a partita Iva. 

problema di retribuzione

C’è un altro lato della medaglia: il precariato. “Vedo un divario di trattamento enorme tra chi fa questo mestiere da contrattualizzato e chi lo fa come libero battitore. Da una parte c’è la retorica del ‘giovane ad libitum’: io ho iniziato a scrivere nel 2013, sono passati 10 anni, ma tutt’oggi se fai un buon lavoro la maggior parte delle volte ricevi solo gran pacche sulle spalle. E c’è un problema di retribuzione”. Secondo Ilaria, se la tendenza attuale è quella di avere redazioni sempre più piccole e appoggiarsi in maniera costante ai freelance, bisognerebbe riorganizzare le risorse economiche in questo senso. A lei il podcast ha aperto la via di una collaborazione con Rai YoYo, per la quale ha curato un programma durante il periodo della pandemia in cui raccontava, in video, notizie curiose. 

Al momento, però, il futuro di “Le notizie di Illy” sembra essere incerto. “Mi interrogo parecchio sul problema della sostenibilità economica del progetto – conclude Ilaria – anche perché ormai sono arrivata alla quarta stagione. Per monetizzare servono numeri molto alti di ascolti, e comunque senza un sostegno alle spalle è difficile. Vedremo”.

(nella foto, Ilaria Beretta)

LASCIA UN COMMENTO