Dopo aver colpito i pensionati nei primi tre mesi del 2023, il prelievo più inutile del mondo ora tocca tutti i giornalisti attivi. L’1 per cento sugli stipendi, deciso dal Consiglio di amministrazione Inpgi pochi mesi prima di morire, per cercare di non morire. La cosa grave è che dopo la decisione del governo Draghi di trasferire le competenze previdenziali Inpgi all’Inps, quel prelievo è stato tenuto in vita e ora i giornalisti vedranno decurtati i loro stipendi per andare a finanziare l’Inps, erede dell’Inpgi. 

Al Corriere della Sera il Comitato di redazione ha inviato a colleghe e colleghi un comunicato velenoso: “L’azienda ci ha comunicato che nei mesi di novembre e dicembre verranno effettuati i prelievi sui nostri stipendi in ottemperanza alla circolare Inps che vi alleghiamo. Come vedrete, questo testo del 13 ottobre contiene le istruzioni per effettuare a tutti i giornalisti in attività di servizio la trattenuta dell’1% sullo stipendio lordo per 6 mesi, anche se questo prelievo sarà concentrato di fatto nei due mesi che mancano a chiudere l’anno, poiché il procedimento dovrà necessariamente essere concluso entro il 2023. Pertanto, per cercare di ridurre almeno un minimo l’impatto economico sulle nostre tasche, abbiamo convenuto con l’azienda di caricare maggiormente la mensilità della tredicesima e di procedere quindi in questo modo: una cifra equivalente a 2 prelievi nella busta paga di novembre e la restante somma,  pari a 4 prelievi, appunto a dicembre. Ci teniamo a sottolineare che questa misura della trattenuta, così come era già avvenuto per i giornalisti in pensione a gennaio, febbraio e marzo 2023, deriva da una delibera del Consiglio d’amministrazione Inpgi approvata nel giugno 2021 dalla maggioranza, Fnsi e Fieg comprese, e convalidata dai ministeri vigilanti”.

tentativo disperato

Una decisione -prosegue ill comunicato del Cdr del Corriere- “fortemente contestata dall’opposizione nel Cda Inpgi e oggetto di forti polemiche nella nostra categoria. Queste misure (previste originariamente dalla delibera per 5 anni ma ‘ridotte’ in concreto a 6 mesi per avvenuto passaggio all’Inps) miravano a un disperato (e dannoso) tentativo di salvataggio dell’Inpgi, cosa che come ben sappiamo non si è realizzata e l’Inpgi 1 è confluito per legge nell’Inps 16 mesi fa”.

Conclusione: “La loro inutilità oggi risulta evidente a tutti”.

Nel giugno del 2021 questo prelievo di solidarietà fu deciso dal Consiglio di amministrazione Inpgi per cinque anni, per professionisti in attività e per i pensionati: in quel momento l’Istituto stava lottando per la propria sopravvivenza ed aveva offerto al governo la proposta di una manovra complessiva. L’entrata in vigore del provvedimento sul prelievo dell’uno per cento venne fissata per il 1 gennaio 2022. Solo che, per salvare le casse e i trattamenti pensionistici, il governo decise a fine 2021 che dal 1° luglio 2022 l’Inps avrebbe assorbito l’Inpgi uno, la parte cioè che curava l’assistenza generale obbligatoria per i giornalisti dipendenti.

bilanci da sanare

C’era ancora bisogno di quel prelievo, visto l’entrata in scena dell’Inps? La Fnsi chiese ai ministri competenti di togliere il contributo di solidarietà, ma alla fine il nodo fu tagliato di netto dall’Avvocatura dello Stato, che rilevò la validità del prelievo a favore del solo Inpgi pre assorbimento, e dunque solo per il periodo intercorso dal 1 gennaio 2022 al luglio del 2022, cioè per il residuo periodo di vita dell’Istituto previdenziale dei giornalisti italiani.

L’ipotesi degli amministratori Inpgi quando vararono il prelievo era ancora quella di far iscrivere all’Ente i “comunicatori” per sanare bilanci che oramai superavano i duecento milioni di deficit all’anno. Dovevano anche rispondere a una norma della Finanziaria 2020 che imponeva il riequilibrio dei conti entro il 30 giugno 2021. A fine ottobre 2021 il governo Draghi sceglie però la strada dello scioglimento Inpgi e della gestione delle pensioni dei giornalisti da parte dell’Inps. Partita chiusa? No, perché a ridosso del Natale, il 22 dicembre 2021 le direzioni del ministero del Lavoro e dell’Economia per le politiche previdenziali -nonostante tutto- danno il via alle misure prospettate dall’Inpgi. 

monte contributivo

Per i giornalisti attivi il contributo addizionale dell’uno per cento porterà a una trattenuta da parte dei datori di lavoro. La contribuzione versata andrà ad incrementare il monte contributivo di ciascun lavoratore dipendente, producendo un aumento, sia pure impercettibile, dell’assegno pensionistico.

L’Associazione Stampa Romana ha depositato al Tribunale delle imprese il ricorso contro il prelievo salva Inpgi dell’1 per cento per sei mesi su stipendi e pensioni. L’Associazione ribadisce in Tribunale l’illegittimità di un prelievo che doveva essere effettuato per legge e con una delega normativa specifica e puntuale.

Professione Reporter

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