di LUCIANA BORSATTI

La guerra di oggi a Gaza (33 giornalisti uccisi, secondo gli ultimi dati del Cpj), non ci deve far dimenticare la battaglia più occulta, contro la libertà di stampa e il diritto-dovere di informare, che si combatte ogni giorno anche nelle nostre democrazie, e in momenti politici chiave come le elezioni o le manifestazioni di piazza. Dove le forze dell’ordine e i manifestanti stessi si confrontano troppo spesso, anche in modo violento, contro i giornalisti.

Lo sottolinea l’Unesco, in un documento su “Il ruolo delle forze dell’ordine: garantire la sicurezza dei giornalisti durante le manifestazioni e le elezioni”, pubblicato nella “Giornata Internazionale per mettere fine all’impunità per i reati contro i giornalisti”, che si celebra il 2  novembre, e anticipato da Ossigeno per l’Informazione.  Fra il gennaio 2019 e il giugno 2022, vi si legge, l’organizzazione Onu per la scienza e la cultura ha infatti riscontrato attacchi ai giornalisti legati alle fasi elettorali di almeno 89 elezioni in 70 paesi di varie parti del mondo, durante le quali “sono stati aggrediti 759 giornalisti e professionisti dei media (29% donne)”. Nel 42% dei casi gli attacchi giungevano dalle forze dell’ordine.

tredici uccisi

Bisogna fare subito qualcosa, dice l’Unesco, ricordando che l’anno prossimo i cittadini saranno chiamati a votare in 80 paesi (28 nella sola Unione Europea). Nel periodo 2015-2021, sottolinea ancora l’agenzia delle Nazioni unite, in 101 paesi alcuni giornalisti hanno subito gravi attacchi (soprattutto da parte delle forze dell’ordine, con percosse e arresti arbitrari, ma anche da parte dei manifestanti) mentre seguivano manifestazioni pubbliche e proteste. Tredici di loro, durante queste manifestazioni, sono stati uccisi.

Che cosa fare, dunque? L’Unesco raccomanda innanzitutto di stabilire buone relazioni fra le forze dell’ordine, i media e i cronisti che seguono manifestazioni e incontri pubblici, e di addestrare gli agenti di polizia al corretto rapporto con i cronisti, durante la loro formazione e con corsi di aggiornamento periodici. Il documento “The role of law enforcement agents: ensuring safety of journalists during public demonstrations and elections” è leggibile da oggi sul sito dell’Unesco.

querele pretestuose

E’ proprio in vista della Giornata del 2 novembre che Ossigeno per l’informazione ha reso noto che il tasso di impunità per le minacce e i reati contro i giornalisti in Italia è del 92% nel 2022. Lo ha fatto nel corso di un convegno organizzato il 27 ottobre a Roma. Nonostante un calo di 4,7 punti percentuali in tre anni, registrato dal suo Osservatorio sulle minacce ai giornalisti e le notizie oscurate con violenze e abusi, questo tasso mostra che l’impunità è ancora molto alta.

Il convegno del 27 ottobre era dedicato anche anche alle querele pretestuose per diffamazione a mezzo stampa e allo strumento della controquerela per calunnia. Si tratta di uno strumento legale potente che -si è sottolineato- se fosse impiegato tutte le volte che le circostanze lo consentono, potrebbe frenare la marea delle querele pretestuose per diffamazione a mezzo stampa, che ogni anno, a migliaia, colpiscono giornalisti e blogger e fanno sparire notizie importanti. Qui lo speciale e la registrazione video della giornata.

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