Un anno e mezzo dopo lo scioglimento nell’Inps della gestione principale (pensioni per i giornalisti dipendenti), l’Inpgi, rimasto a gestire soltanto le pensioni dei giornalisti autonomi, non ha ancora uno Statuto e non ha quindi eletto i nuovi organi di governo.
Fatto grave, anche perché continuano a gestire l’Ente, ridotto nelle funzioni ad almeno un quinto, gli stessi vertici di prima, di dimensioni eccessive e con costi rilevanti. Punto nodale dell’organigramma è il Direttore generale, in carica dal 2013, mentre sarebbe opportuno un avvicendamento.
Questi punti sono toccati nelle 54 pagine della relazione annuale della Corte dei conti, che ha il compito di vigilare sugli Enti. La relazione porta la data del 21 novembre 2023 ed è stata trasmessa al Parlamento. E’ firmata dal Primo referendario Emanuela Rotolo, è relativa ai bilanci 2021 di Inpgi 1 e Inpgi 2 (ultima annualità intera per la gestione principale sostitutiva dell’assicurazione generale obbligatoria, prima del passaggio all’Inps, dal 1° luglio 2022).
STATUTO. In base alla legge (30 dicembre 2021, numero 234) che trasferisce Inpgi all’Inps, entro il 31 gennaio 2023 Inpgi avrebbe dovuto varare il nuovo Statuto e i nuovi Regolamenti interni. Entro i successivi 15 giorni si sarebbero dovute svolgere le elezioni per il rinnovo degli organi. Il Consiglio generale Inpgi non è stato in grado di svolgere questo compito, per i contrasti interni fra maggioranza e minoranza. I ministeri del Lavoro e dell’Economia a fine marzo hanno nominato un Commissario. Il Commissario ha consegnato il suo lavoro ai ministeri, che devono ora approvare. La Corte ribadisce la necessità, “non più procrastinabile”, dell’avvio del nuovo assetto.
COSTI DEGLI ORGANI. E’ stato perduto un anno rispetto alla norma di legge e in questo anno Inpgi, ora ridotto ad erogare le pensioni degli autonomi, ha continuato a spendere notevoli cifre per i compensi degli amministratori rimasti in carica, come quando gestiva le pensioni di tutti i giornalisti italiani. Compensi già elevati. Scrive la Corte: “Pur prendendo atto del miglioramento registrato rispetto al 2020, si osserva che l’andamento negativo dei costi rilevato negli ultimi anni è stato condizionato, tra l’altro, dalla complessa articolazione degli organi sociali, che non appare peraltro funzionale ad assicurare l’efficacia dell’azione dell’Ente. I limiti introdotti alle spese di missione, trasporto e soggiorno, inoltre, non sono stati sufficienti a contenere i costi, tuttora elevati, dei rimborsi spese. Si raccomanda, pertanto, una più razionale composizione degli organi di vertice, che valorizzi le funzioni di indirizzo e controllo nonché le competenze professionali e razionalizzi la gestione delle spese per gli organi”. La presidente Marina Macelloni nel 2021 ha percepito 230.118 euro (246.302 nel 2020). Diecimila euro sono rimborsi spese. I vicepresidenti in totale hanno avuto 89.256 euro (99.876 nel 2020). In tutto, gli organi di gestione sono costati 863.446 euro (963.667 nel 2020). Il Consiglio generale è composto di 62 consiglieri.
DIRETTRICE GENERALE. Mimma Iorio, Direttrice generale attualmente in carica, è stata nominata con delibera del Consiglio di amministrazione del 22 aprile 2013, dieci anni e mezzo fa. La Corte dei Conti “invita l’Ente a valutare l’introduzione, nella regolamentazione interna, di meccanismi che assicurino il rispetto dei principi di trasparenza e rotazione nella assegnazione degli incarichi dirigenziali di vertice”. La Direttrice generale nel 2021 ha percepito 253.223 euro più 84.785 di oneri previdenziali e assistenziali, più 20.113 di trattamento fine rapporto.
COSTO DEL PERSONALE. La Corte “osserva che l’aumento del costo medio del personale, peraltro già elevato, nonostante la diminuzione del numero dei dipendenti, non appare in linea con i principi di oculata gestione interna delle risorse”. I dipendenti nel 2021 erano 179 (ora 100 sono stati trasferiti all’Inps). Il costo medio era di 80.673 euro l’anno.
CONSULENZE. “Pur prendendo atto della diminuzione delle spese per le consulenze legali, fiscali e previdenziali del 47,34 per cento rispetto al precedente esercizio e del contenimento delle spese per altre consulenze per il 23,36 per cento, si richiama, comunque, l’attenzione dell’Ente sulla necessità di un’attenta valutazione dei presupposti per l’affidamento dei suddetti incarichi esterni”. Nel 2021 le consulenze esterne in totale hanno pesato per 230.621 euro, 144.029 euro in meno rispetto al 2020.
AFFIDAMENTI ESTERNI. Un milione e 822.714 euro per lavori e servizi assegnati a ditte esterne. Novantanove su 103 di queste commesse sono state affidate direttamente. Secondo la Corte “si deve riflettere sull’utilizzo corretto delle procedure di scelta”.
BILANCIO. Il bilancio 2021 si chiude con un disavanzo di 201 milioni di euro. Un po’ meno dell’anno precedente, ma in linea con i risultati disastrosi degli ultimi anni, che hanno portato poi alla chiusura e all’assorbimento in Inps. Le cause dei bilanci in rosso: “Calo dell’occupazione, andamento negativo del mercato editoriale, trasformazione dell’attività giornalistica in lavoro non dipendente”.
CREDITI. L’Inpgi ha 251 milioni di crediti nei confronti delle società editrici, che non riesce a riscuotere, se non in piccolissima parte. Duecentoundici milioni sono contributi non versati, 39 sanzioni e interessi.
NUMERI. Nel 2021 i giornalisti professionisti attivi erano 11.540 (12.228 nel 2020), i pubblicisti 2673 (2793 nel 2020). Cresce invece il numero dei praticanti, 351, contro i 339 dell’anno precedente. Le pensioni pagate sono 7573, più 2409 per i superstiti, contro le 7254 più 2305 per i superstiti del 2020. Il rapporto attivi/pensionati continua a peggiorare: per ogni pensionato nel 2020 c’erano 1,59 attivi, mentre nel 2021 solo 1,46.
INPGI 2. Per quanto riguarda la Gestione separata, già Inpgi 2, che garantisce la pensione ai giornalisti lavoratori autonomi e ai co.co.co., la Corte dei Conti assicura che “non pone problemi di sostenibilità, tenuto conto che il rapporto tra obbligati e pensionati è di 20,67”. L’utile è migliorato a 46 milioni469mila, contro i 26milioni 119 del 2020.
Nota Pierluigi Franz su Giornalistitalia che su Inpgi 2- la Corte fornisce un dato del tutto erroneo e fuorviante, secondo cui “l’ammontare medio delle pensioni erogate è di 2.263 euro mensili”: l’ammontare medio delle pensioni Inpgi 2 in realtà è attualmente di poco più di duecento euro al mese.