I giornalisti non si reclutano più come una volta. Si arrivava in redazione raccomandati da qualcuno. Ove la raccomandazione non fosse particolarmente potente, si veniva messi alla prova. Poi, a partire dal 1990, nacquero le Scuole riconosciute dall’Ordine. Per accedere, in ogni caso, al Praticantato.
Ora si notano qua e là, senza troppo rumore, strade di accesso diverse. Alcune portano sempre al Praticantato, altre tendono ad evitare il Contatto nazionale di lavoro. Deregolamentazioni spontanee, che cambiano gli scenari. Ordine e Sindacato devono venirne a conoscenza e tenerne conto.
Primo esempio. Il Messaggero di Roma. Sulla pagina LinkedIn della Piemme Spa, concessionaria di pubblicità del quotidiano, compare un avviso per “Aspiranti Giornalisti”. Innanzitutto Il Messaggero si presenta: “Fondato nel 1878, è il quotidiano ‘storico’ della Capitale, leader a Roma e nel Lazio. Di proprietà della Caltagirone Editore, la Testata ha nove redazioni locali: Centrale (Roma), Milano, Frosinone, Latina, Rieti, Viterbo, Perugia, Terni e Pescara. Il Messaggero unisce ad un giornalismo prestigioso, autorevole, influente e innovativo la capacità di raccontare storie potenti che ispirano, creano esperienza su temi specifici, oltre l’attualità. Presente dal 2007 anche nella versione online, ha esteso i contenuti alle diverse piattaforme multimediali: www.ilmessaggero.it”.
Ed ecco l’offerta: “Per la Redazione Sport della Testata, siamo attualmente alla ricerca di Aspiranti Giornalisti da inserire con un iniziale percorso di stage curriculare/extracurriculare, che possano essere formati dai nostri professionisti per svolgere in piena autonomia le seguenti attività: raccolta dati e informazioni sui prodotti; revisione di testi o documenti; redazione di interviste; scrittura di articoli; implementazione dei piani di comunicazione attraverso i canali più appropriati”.
I requisiti richiesti sono: “titolo di Laurea almeno triennale in ambito umanistico (Lettere, Scienze Politiche, Giurisprudenza etc); conoscenza base della SEO (Search Engine Optimization); conoscenza approfondita delle notizie a livello regionale, nazionale ed internazionale; capacità di semplificare le notizie affinché siano comprensibili a tutti; capacità di informare e trasmettere notizie chiare, per ‘catturare’ l’attenzione del pubblico”.
Inoltre: “rappresenterà titolo preferenziale aver svolto precedentemente una prima esperienza di scrittura (es. giornali universitari o social magazines)”.
Completano il profilo: “senso critico, curiosità, passione, attenzione ai dettagli e capacità di gestire lo stress”.
Ed ecco il passaggio chiave: “Non potranno essere considerati in linea profili di Giornalisti Professionisti e/o persone che stiano già svolgendo il Praticantato”.
I candidati sono pregati di inviare dettagliato Curriculum Vitae, provvisto di autorizzazione al trattamento dati personali (D.Lgs 196/2003 e GDPR 679/16). L’annuncio è rivolto ad entrambi i sessi, ai sensi delle leggi 903/77 e 125/91.
Il Comitato di redazione del Messaggero ha mantenuto un atteggiamento cauto. L’ipotesi che viene fatta è che gli stage possano trasformarsi -dopo la valutazione meritocratica- in contratti di Praticantato.
Resta molto oscuro il fatto che sia la concessionaria di pubblicità a occuparsi della materia.
Secondo esempio. Il Post, diretto da Luca Sofri, cerca “una persona che abbia studiato cose internazionali o abbia già esperienza in altre testate, condividendo certi criteri e obiettivi. Una persona dedicata a tempo pieno, che condivida l’approccio divulgativo ed esplicativo del Post, i suoi criteri linguistici di chiarezza ed essenzialità, la sua attenzione all’accuratezza”. Una “persona”, non un giornalista.
Alcune regole che hanno retto la professione per decenni stanno saltando. Per Ordine e Sindacato sarebbe importante affrontare il problema.
Professione Reporter
(nella foto, Francesco Gaetano Caltagirone, proprietario del Messaggero)
Sono esempi deplorevoli, sono d’accordo. Ma sono anche il frutto di un contratto che non regge – e da molto tempo – il passo con i cambiamenti in atto nell’editoria da almeno 15-20 anni. L’attenzione ai costi di qualsiasi impresa è un fatto necessario per la sua sostenibilità e per la sua indipendenza. E l’editoria è al centro di una transizione epocale (il termine è appropriato) che modifica strutturalmente il modo di fare informazione. Per evitare di lasciare giornali in mano a capitani coraggiosi e senza scrupoli è necessario che molte cose cambino. In altri Paesi il processo è stato avviato, in Italia siamo in ritardo. Apprezzo il lavoro di Professione Reporter che segue con attenzione e scrupolo un settore così importante per la libertà di tutti.